Slitterhead Recensione: Tra Horror e Originalità, il Ritorno di Keiichiro Toyama

SLITTERHEAD, LA RECENSIONE: NON CHIAMATELO SURVIVAL HORROR. IL DIRECTOR DI SILENT HILL RITORNA CON IL GIOCO PIÙ INTERESSANTE DELL’ANNO, ANCHE SE SEMBRA USCIRE DALL’ERA PS3

Keiichiro Toyama del Team Silent è tornato, e Slitterhead, opera prima di Bokeh Game Studio, brilla per originalità, anche se in un involucro un po’ datato.

Slitterhead unisce combattimenti legnosi, grafica che ricorda un titolo Yakuza per PS3, e sezioni stealth ridotte all’osso. Nonostante questo, si distingue come uno dei giochi più interessanti dell’anno, dimostrando la passione di un team finalmente libero di creare qualcosa di davvero unico. Nel panorama attuale, non c’è nulla di simile a Slitterhead.

Sebbene venga spesso definito un “survival horror moderno”, Slitterhead è più una storia poliziesca guidata dai personaggi, con momenti di body horror. Si gioca nei panni di un parassita che può saltare da un ospite all’altro, braccato dagli Slitterhead – mostri che danno il nome al gioco – che esplodono letteralmente dalle teste di persone comuni.

La storia comincia in modo misterioso, ma prende forma quando si incontra la prima “Rarità”, Julee. Le Rarità restano coscienti quando vengono possedute dal parassita, che Julee chiama Gufo Notturno. Attraverso il suo sangue, il Gufo Notturno può sbloccare abilità latenti, portando la narrazione a svilupparsi in base alle interazioni con i vari personaggi. Julee vuole proteggere l’umanità dagli Slitterhead, il che la porta a incontrare Alex, un medico vendicativo, e altri personaggi.

CULT OF PERSONALITY

Il Gufo Notturno assume personalità diverse a seconda del personaggio che possiede. Julee gli infonde empatia e curiosità, mentre Alex lo carica di una rabbia violenta. Le conversazioni con il gruppo influenzano le missioni: un pettegolezzo può portare a un nuovo luogo, oppure una Rarità nascosta in un livello già giocato può aprire nuove direzioni alla storia. È affascinante vedere come ogni membro del cast interagisca e modelli il Gufo Notturno.

Tuttavia, il gameplay a volte sembra obsoleto. La maggior parte delle missioni prevede inseguimenti o sezioni stealth – entrambe esperienze non particolarmente entusiasmanti. Anche i combattimenti, pur dando accesso a poteri unici per ogni Rarità, risultano legnosi. Julee, ad esempio, ha artigli di sangue per attacchi rapidi, mentre Alex può assorbire sangue per curarsi e potenziare il suo fucile. Cambiare rapidamente tra Rarità è essenziale per concludere le battaglie velocemente.

I COMBATTIMENTI

La prima grande battaglia contro uno Slitterhead sembra inizialmente insormontabile, con il gioco che spiega a lungo la meccanica della parata. A causa della scarsa salute degli umani posseduti, la parata sembra obbligatoria ma scomoda. Tuttavia, una volta appreso il ritmo giusto – attirando attenzione, attaccando e gestendo l’aggressività, fino a passare a una Rarità per il colpo finale – il sistema di combattimento risulta soddisfacente, anche se non perfetto.

Purtroppo, la promessa iniziale di Slitterhead non sempre si mantiene. Nella missione tutorial, saltare tra edifici mostra il disprezzo del Gufo Notturno per la vita umana. Tuttavia, tentando di replicare l’azione in seguito, i corpi caduti sopravvivono inspiegabilmente. Allo stesso modo, ospiti lasciati in posizioni precarie restano immobili, come se nulla fosse, mancando di quella reattività che ci si aspetterebbe in un mondo denso come quello di Slitterhead.

SLITTERHEAD, IL VERDETTO

Per ogni idea brillante o momento narrativo potente, c’è una frustrazione in agguato: un enigma bloccato da un’interazione inutile, un inseguimento che dura troppo a lungo, o una battaglia che si preferirebbe evitare. Slitterhead propone idee eccezionali, ma queste spesso inciampano su ostacoli tecnici e concettuali.

Probabilmente il gioco single-player più interessante del 2024, Slitterhead richiede però di essere preparati a un’esperienza impegnativa. Se siete attratti da un design audace e fuori dagli schemi, vale la pena superare le difficoltà. Se invece preferite un gioco che indichi sempre la strada, forse no. Ma, comunque, Slitterhead è un’esperienza unica nel suo genere.

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