La paura è anche salutare

In archivio un paio di partite della Serie A Femminile.

Non c’era bisogno di concentrazione per una corazzata come quella allestita per mister Marzuoli per battere un Verona che ha realizzato quattro gol in altrettante partite di campionato, prima d’affrontare le pugliesi. La retorica sportiva è anche una parte del teatrino settimanale, ma dopo 128 anni di giornalismo sportivo, ha anche fatto il suo tempo.

La Retorica

Nel futsal la retorica viaggia incontrollata, come uno stile di vita. Tutto bellissimo anche quando incassi una imbarcata dopo l’altra, anche quando arriva una sconfitta contro una compagine che è stata assemblata letteralmente con quello che passa l’arido territorio circostante.

È dal 1896 che si continua a scrivere roba come “ogni partita è una storia a se” o “abbiamo rispetto degli avversari e non paura”. Forse quando in cinque partite hai subito una media di 4 gol segnandone 1, un po’ di paura è anche salutare. L’autobus davanti alla porta fece la fortuna proprio in Serie A di Chiesa e del suo Città di Capena, c’è dignità anche nel comprendere qual è la propria dimensione. Si può anche nel futsal raccontare che ci sono squadre tecnicamente povere, finanziariamente meno capaci.

Solo questa settimana: “Si impara dagli errori” in quel di Grisignano, ma dai? Casomai insegnano qualcosa ed è da vedere se l’apprendimento è possibile. Dalla Basilicata apprendiamo che s’arriva alle partite “concentrate e cariche”, come vorreste arrivare: “scariche e pensando ai fatti vostri”? C’è chi aspetta di togliersi soddisfazioni e potrebbe ancora aspettare molto. Quale contributo offrono contenuti così, dico a parte generare noia.

Presidenti

Volete spendere poco, volete farlo male? Benissimo, quella squadra è vostra. Volete considerarvi scopritori di talenti perché riuscite a vincere un torneo fumoso come l’under 19, perfetto. Ma non raccontate ad ogni stagione che questa sarà quella della svolta. Probabilmente lo sarà, prima o poi. Ma non oggi.

In campo vanno i giocatori e sono loro ad orientare i risultati. Se sono sostanzialmente gli stessi da tre anni, difficile che una guida tecnica anche fosse quella di Josè “Etoo da terzino” Mourinho, possa migliorare qualcosa che il tempo ha dichiarato non migliorabile. Comprendo anche che si è abituati nel calcio a 5 a leggere solo elogi. In fondo se si paga per ricevere un servizio è pacifico che questo sia dedito all’elogio sperticato, ça va sans dire.

Il Pescara redivivo

Corre, combatte, ha sempre le sue amnesie. Ritrova i gol di Rafa Pato Dalmaz e i tiri da fuori di una squadra che sembra essersi ricordata all’improvviso che non c’è bisogno d’entrare palla al piede nella porta avversaria. Si può anche cercare la conclusione dalla distanza. Così arrivano i pali di Belli, quello interno dai tratti criminosi di Xhaxho. Per 40 minuti s’è scrollato di dosso l’indolenza da impiegati della Megaditta, chiamata anche ItalPetrolCemeTermoTessilFarmoMetalChimica, così per una citazione cinematografica. Partita solida, qualche ripartenza di troppo concessa alle avversarie, soprattutto da palla inattiva. Le biancoazzurre potrebbero essere un avversario per le ragazze del presidente Intini, se solo ne avessero voglia.

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