La Storia, riscritta

La Divisione Calcio a 5 torna ad essere rappresentata, come uditrice senza voto, ufficialmente in occasione del Consiglio Federale della FIGC. Rappresentata come una svolta storica, frutto della credibilità di questa governance. Appare quantomeno azzardato sintatticamente asserire che quella precedente non lo fosse, in considerazione del fatto che quella attuale è diretta emanazione di quella precedente.

Non è che l’ex presidente della Divisione Calcio a 5 Bergamini, non partecipasse o non venisse invitato in consiglio federale, era allora una prassi ora c’è il riconoscimento politico. Nulla di più. Sarebbe stato un risultato storico tornare a contare, con un voto. Come accadeva ai tempi della presidenza Tonelli, con il primo Montemurro. Fu anche responsabilità della scelleratezza politica di quest’ultimo se quel voto non esiste più. Finito in mano alle rappresentanze femminili del calcio.

Sarebbe anche auspicabile da parte di coloro che fanno parte delle istituzioni politiche anche se sono solo sportive astenersi dall’utilizzare espressioni che per quanto siano parte della cultura pop, hanno pur sempre quello sgradevole retrogusto d’illegalità.

C’è da chiedersi quale vittoria si sia davvero registrata, Che non sia puramente formale. L’unica cosa che davvero conta è il voto. Quello non c’è più e non sta per tornare. In questo momento per usare una allegoria, la Divisione Calcio a 5 è seduta intorno ad un tavolo da pranzo nella quale sono altri a decidere il menù.

Il revisionismo storico è una pratica a quanto pare molto cara al calcio a 5. C’è sempre stato in molti ambiti della vita sociale non solo di questo paese. Facile poi praticarla in una disciplina dalla memoria estremamente corta, che ha in fretta dimenticato d’essere nata sui campi in terra rossa quando lì non si poteva giocare a tennis.

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