La Battaglia per l’Attenzione

Raccontare lo sport in inglese, comporta ritrovarsi coinvolti anche nelle restrizioni imposte dalle scelte delle aziende che li gestiscono. Da Instagram diventato terreno di battaglia per le imminenti presidenziali americane fino a X che cambiando alcune funzioni fondamentali ha generato un primo esodo massiccio verso BlueSky.

Raccontare lo sport, soprattutto uno sport minore com’è il futsal, in italiano è come urlare all’interno d’una piccola scatola. Non importa quando roboante sia la tua voce, quanto magnifico sia il tuo tono, quella scatola rappresenta uno spazio limitato.

Leggere gli Analytics, di qualsiasi piattaforma è fondamentale per comprendere non solo quali prodotti editoriali funzionano meglio di altri ma anche la portata organica dei contenuti pubblicati. L’altro importante elemento da analizzare è il costo della produzione degli stessi.

Un pubblico di nicchia non è più difficile da raggiungere da uno mainstream, semplicemente non esiste nella consistenza numerica tale da renderlo economicamente rilevante. Così il calcio a 5 italiano ad esempio ha scelto di generare contenuti a pagamento, finanziati dalle società. Una sorta di ente di promozione ante litteram, una proloco del calcetto.

Non devono così preoccuparsi di quello che accade davvero. Quella in atto in questo momento è una lotta per l’attenzione, degli utenti impegnati in quello che gli anglosassoni chiamo il “doom scrolling”. Diventano pivotali primi tre secondi di ogni video. Come lo è la capacità di analizzare come l’algoritmo di ogni data piattaforma distribuisce i contenuti.

Oggi, Novembre 2024, gli algoritmi generalmente non forniscono più i contenuti in base alla metrica “lo vede un tuo amico ora lo propongo a te”. Ora è in condizione di analizzare e comprendere ad esempio il contenuto del video. Prendiamo in esame il futsal, un semplice macro esempio. Oggi quel contenuto viene distribuito solo a quelli che già lo consumano, permettendogli di rimbalzare all’interno della stessa comunità di utenti.

Se questa però è quantitivamente limitata, quel contenuto non supererà mai una certa soglia di distribuzione. A meno che non abbia una qualche sorta di contaminazione della narrativa che abbracci una comunità di consumatori più ampia. Accade così che se un reel sul futsal raggiunge anche le 10 mila views, uno di una atleta donna che corre i 200 metri ne raggiunge facilmente le 100 mila. Perché? Esiste un pubblico più ampio che lo consuma.

L’altra grande questione è la frequenza di pubblicazione dei contenuti. Alcune piattaforme come IG stanno cercando di limitare il ripetersi troppo rapido dei post. Siamo nell’imminenza dell’elezione del Presidente degli Stati Uniti, oggi su quella piattaforma la lotta politica ha generato limiti insostenibile, ovviamente se vi rivolgete a quella demografica specifica.

Altre come Snapchat stanno modificando una parte della loro struttura di pubblicazione per andare incontro ai gusti di consumo degli utenti così come accade su altre piattaforme. Gli Spotlights diventano Reels, così come i Reels hanno copiato TikTok che in realtà si chiama Douyin.

Gli sport minori, come il futsal, la pallamano, la pallacorda, possono vincere la battaglia per l’attenzione? Difficile al limite dell’impossibile. Per la natura del prodotto, per le sue ataviche mancanze, per ignoranza. Il pubblico si trova in paese a capitalismo avanzato, se al vostro pubblico non vendete nulla, loro non compreranno nulla. Semplice e drammatico allo stesso tempo. 

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