La nazionale italiana di futsal femminile conosce ora le sue avversarie per la corsa ai due posti utili per qualificarsi per il primo mondiale FIFA di futsal femminile, nell’arcipelago delle Filippine. Sarà anche padrona di casa, ospiterà le altre tre squadre: Portogallo, Ungheria e Svezia.
Le azzurre non possono fallire. Due posti, uno per le lusitane e uno per Coppari e compagne. L’Ungheria e la Svezia non possono costituire un ostacolo per una selezione che conta sette giocatrici di scuola brasiliana. Se i due pareggi più recenti in amichevole contro proprio il Portogallo possono offrire qualche indicazione è proprio questa: il tempo speso a recitare la parte della piccola fiammiferaia è finito.
Questa nazionale ha l’obbligo sportivo, la moralità la lasciamo da parte, di battere due squadre che non solo contano solo giocatrici autoctone dal punto di vista della preparazione tecnica, disputano anche campionati decisamente improntati al dilettantismo.
Se pareggiare con il Portogallo e la Spagna fino a ieri era considerato un risultato rilevante, oggi non lo è più. Altrimenti sarà per sempre così. Una sorta di coperta di Linus per una nazionale che non è più quella di nove anni fa. Anche allora l’Ungheria fu presa a pallonate.
Qualificarsi al Mondiale non è un risultato straordinario per questa nazionale femminile, deve costituire il risultato minimo. Niente più scuse geopolitiche, l’Ucraina ha terminato il suo ciclo. Se questo è davvero il movimento che racconta di essere, allora Ungheria e Svezia sono i preamboli prima del gran ballo con il Portogallo.
Ora si fa sul serio. Nelle ultime tre partite ufficiali, che sono le uniche che contano, l’Italia ha rifilato 12 reti alla Serbia e 4 alla Croazia, 11 alla Lituania. Un po’ come quando all’Europeo 2023 ne rifilò 8 alla Slovenia, 6 alla Bielorussa. Salvo poi prenderne 5 dal Portogallo.
L’impresa non è qualificarsi al Mondiale. È battere finalmente il Portogallo in una partita ufficiale. Il tempo delle mele è ai titoli di coda. Citazione cinematografica doverosa.