La fiducia di Sergio Perez in Formula 1 ha subito un duro colpo con l’eliminazione in Q1 durante il Gran Premio del Messico, proprio nella sua gara di casa. Partendo dalla 18ª posizione, Perez affronta una battuta d’arresto significativa in quella che lui stesso ha definito una “stagione terribile”. Questo accade mentre la Red Bull si avvicina a decisioni cruciali per la sua formazione del 2025, nonostante avesse già concesso a Perez una proroga a metà stagione, pur avendo un contratto valido fino al 2026.
La performance di Perez è stata incostante dalla pausa estiva in poi, e il suo weekend competitivo in Azerbaigian appare ora come una rara eccezione. Dopo un deludente Gran Premio negli Stati Uniti, le difficoltà sono proseguite anche in Messico. Perez ha corso senza alcune componenti del fondo aggiornato della Red Bull sia negli Stati Uniti che in Messico, ma questo non basta a spiegare un tempo sul giro più lento di otto decimi rispetto al compagno di squadra Max Verstappen, qualificatosi in prima fila.
Perez ha dichiarato di avere problemi persistenti con la frenata da tre gare, dicendo di “faticare a fermare l’auto” e che l’eccessivo stress sui pneumatici rende difficile controllare le decelerazioni. Questa criticità si era già notata ad Austin, ma il tracciato di Città del Messico, con la sua scarsa aderenza e curve strette a 90 gradi, amplifica ulteriormente la sua difficoltà. Senza un controllo completo in frenata, Perez affronta instabilità che rallenta i suoi tempi sul giro, soprattutto nell’ultimo settore.
Nel frattempo, Liam Lawson, un potenziale sostituto di Perez, ha mostrato una crescita costante. Partito 19° ad Austin, è riuscito ad arrivare a punti e ha continuato a impressionare anche a Città del Messico. Il suo compagno di squadra Yuki Tsunoda, che ha mostrato un ottimo ritmo, è stato però vittima di un errore in curva che ha causato un incidente, privando la squadra di una probabile doppia qualificazione in Q3.
Lawson, pur senza l’aggiornamento al fondo, è riuscito a mantenere un ritmo vicino a quello di Tsunoda, dimostrando grande adattabilità. Mentre l’errore di Tsunoda potrebbe alimentare dubbi sulla sua idoneità per un posto di primo piano, la costanza di Lawson rafforza la sua candidatura come serio contendente per il 2025.