La battaglia contro la pirateria online è iniziata nello stesso momento nel quale il world wide web è diventato uno strumento di uso comune. Da quando ha avvolto l’intero pianeta i produttori di contenuti, solitamente consociati in organizzazione di categoria, combattono questo fenomeno.
12 Marzo 1989.
La nascita ufficiale del WWW. Da allora questa battaglia combattuta a suon di restrizioni ha visto un solo vincitore, il partito dei pirati. La repressione raramente funziona, spesso stimola proprio i pirati a trovare nuovi sistemi per aggirare le norme. La pirateria ci ha regalato gli MP3. La pirateria è responsabile per un migliore sistema di compressione del segnale video online, sistemi più sicuri per l’e-commerce, la lista è lunghissima.
Invece di combattere la battaglia calmierando i prezzi, le grandi associazioni nazionali credo di poterla combattere con strumenti repressivi. Perché è queste sono parole del commissario dell’AgCom Massimiliano Capitanio: “[i pirati] In Italia li chiamiamo mafia e camorra, sono stato a Miami dove li paragonano ai trafficanti di cocaina, quindi stiamo parlando di questi soggetti”.
pirateria
Paragonare la pirateria di contenuti audiovisivi alla piaga del Fentanyl mostra solo l’ignoranza di chi usa toni fuori misura. Per un problema che esiste ma che viene solo trattato in termini di violazione. Non viene mai considerato un problema il margine di guadagno che molti network tradizionali credono di poter mantenere ai livelli del tempo in cui la “televisione” era un monopolio.
Oggi il prodotto viene consumato diversamente, multipiattaforma. La stessa natura della rete impedisce tecnicamente di rendere affidabile un sistema come l’italico Pirate Shield a meno di non colpire anche utenti del tutto legittimi e interrompere servizi altrettanto legali. Isolare i “confini della patria” digitale non è solo impossibile è anche sciocco.
Come ha dimostrato l’incidente di sabato e domenica 19 e 20 ottobre 2024. Quando a causa di una segnalazione fatta proprio all’AGCom è stato bloccato l’accesso al servizio di Google Drive e ad una parte della cache di YouTube. Migliaia di utenti in Italia assolutamente NON impegnati in attività illecite si sono visti bloccare l’IP.
Il Governo Italiano decide quindi cosa potete vedere e cosa no, ignaro forse che basta un VPN ed è possibile aggirare qualsiasi blocco locale. Basta acquistare un IP da un altro luogo, senza contare la rete TOR che è per giunta gratuita. Insomma si combatte una guerra ai cittadini ignari e non certo ai professionisti del settore.
il commissario adamo basettoni
Se il commissario Capitanio pensa che non ci siano già in giro android box con tanto di vpn incorporata è solo perché continua a prendersela con il Playstore di Google. “Se io digito streaming sulla piattaforma di Google e sul PlayStore mi compaiono almeno 20 applicazioni con cui io posso commettere un reato” e rilancia. “La legge istituisce il diritto sacrosanto di estirpare questo maledetto cancro della pirateria dalla rete”. Davvero? È un diritto sacrosanto.
Nella diretta con Matteo Flora l’intervento di Capitanio non è fastidioso solo per l’arroganza di certi toni, lo è per la sua pervicace attitudine a considerare l’utente pirata un delinquente e non uno che probabilmente non può spendere le cifre che le aziende che lui difende vorrebbero far pagare. Perché non vuol nemmeno considerare l’argomento costo del servizio come ragione per la pirateria.
Con i prezzi attuali dei servizi di streaming sportivo, la pirateria conviene sul prodotto legittimo anche se per ottenerla ci si deve sbattere un po’ a digitare sui tasti del proprio computer. Non è particolarmente complesso e anche se lo dovesse diventare i prezzi delle offerte attuali rendono la pirateria una scelta di convenienza.
Il commissario dell’AGCom dovrebbe spiegare come intende bloccare i canali youtube che trasmettono al NCAA di football in chiaro direttamente sullo schermo da 70 pollici del vostro salotto. Semplicemente digitando NCAA Live nella barra di ricerca dell’app installata già nella SmartTV. Intende dare la caccia a tutte le signore che s’occupano di bonsai che compaiono in quel canale?