Michael Andretti si è ritirato dalla guida della Andretti Global, dichiarando che è giunto il momento di “passare il testimone” al suo socio in affari, Dan Towriss. Tuttavia, la struttura esatta del team dopo questa transizione rimane incerta. La notizia è emersa prima del previsto. Durante le trattative per l’acquisizione del nuovo sistema di charter di IndyCar. Resta da capire come il suo ritiro influenzerà il suo tentativo di entrare in Formula 1 e se verranno esplorate nuove opportunità.
Il progetto di Formula 1 di Andretti è stato il suo sforzo più importante nell’ultimo anno. Nonostante non abbia ancora ottenuto l’approvazione della FIA. Andretti Global vanta una base operativa nel Regno Unito, una vettura in galleria del vento e un programma di motori con General Motors. Tutti elementi strategici per garantirsi un posto in F1. Tuttavia, la Formula 1 Management (FOM) non ha ancora mostrato segnali di ripensamento dopo il rifiuto iniziale.
L’approccio di Michael alla candidatura per la F1 è stato visto come conflittuale. Dalle osservazioni su un presunto pregiudizio antiamericano, all’utilizzo di suo padre, Mario, come portavoce per promuovere la squadra. La sua uscita di scena potrebbe cambiare il tono delle trattative. Aprendo potenzialmente a nuove discussioni con la FOM, esplorando strade alternative, come l’acquisto di un team esistente. Ad esempio il secondo team di Red Bull o l’ingresso in Renault Alpine. Sebbene Michael fosse contrario a queste opzioni, il suo ritiro potrebbe rappresentare un’opportunità per rilanciare la candidatura in modo diverso. Specialmente considerando l’interesse della F1 per un team ufficiale di General Motors.
La decisione di Andretti di farsi da parte avrà anche ripercussioni sul suo team di IndyCar, nel quale la sua presenza è stata fondamentale. Sebbene Michael non sarà più coinvolto nella gestione quotidiana, figure di fiducia come Rob Edwards, COO, continueranno a guidare il team. Le critiche di Andretti alla gestione di IndyCar, inclusa la sua richiesta a Roger Penske di vendere la serie se non fosse disposto a investire di più, lo hanno reso una figura di riferimento nel paddock. Questo ruolo di sfida allo status quo mancherà, ma ci si aspetta che il team prosperi sotto la direzione di Edwards.
In Formula E, la presenza di Andretti rimane significativa, nonostante il suo coinvolgimento ridotto nella gestione quotidiana. Il suo team è stato una costante sin dall’inizio del campionato. Michael ha avuto un ruolo cruciale nella partnership con BMW, che ha garantito alla squadra lo status di team ufficiale per diverse stagioni. Continua a supportare gli sforzi del team in Formula E, partecipando a gare importanti e sostenendo l’ambizione di rimanere competitivi. Il team ha anche un accordo per la fornitura di powertrain con Porsche, che continuerà per i prossimi due anni.
Le altre iniziative di Andretti, tra cui l’Extreme E e le competizioni endurance, continueranno probabilmente sotto la sua direzione come consulente. La divisione sportscar, dove Andretti schiera una Porsche nella classe GTD del campionato IMSA SportsCar, è particolarmente cara a Michael. Le future ambizioni come la partecipazione alla 24 Ore di Le Mans potrebbero ancora essere all’orizzonte.
Il ritiro di Michael, sebbene rappresenti un cambiamento significativo, potrebbe offrire nuove opportunità per Andretti Global di esplorare nuovi percorsi, in particolare in Formula 1, mentre gli altri team sembrano ben posizionati per un futuro di successo sotto la nuova leadership.