Il sogno della “Ferrari francese” è naufragato. Ora, il team che inseguiva quell’ambizione sta cercando scorciatoie per ottenere finalmente successo in Formula 1.
Dopo la conferma ufficiale che Renault interromperà il suo programma F1 dopo il 2025, il CEO Luca de Meo ha rivelato in un’intervista a L’Équipe che la sua grande visione per il team Alpine richiede un profondo ripensamento.
De Meo aspirava a trasformare il team Renault in una “Ferrari francese”. Probabilmente con l’idea che Alpine potesse superare il suo status di nicchia e diventare un simbolo del motorsport francese. Un orgoglio nazionale a livello globale. Tuttavia, episodi come lo scontro tra i piloti francesi Esteban Ocon e Pierre Gasly, uniti alla mancanza di supporto da parte delle aziende francesi, hanno costretto De Meo a riconoscere la dura realtà: Alpine è poco competitiva e la situazione attuale insostenibile.
Nell’era moderna della F1, secondo De Meo, la priorità non è più costruire motori, ma possedere e gestire un team di successo. Sia sul piano sportivo che economico. “Gestisco una società quotata in borsa, e devo ripensare il nostro approccio in F1 per vincere davvero,” ha dichiarato De Meo. Il suo nuovo piano prevede di trovare “scorciatoie” per raggiungere questo obiettivo. Poiché Alpine è ormai quasi invisibile, e continuare su questa traiettoria per altri due anni sarebbe devastante.
De Meo ha espresso rammarico per la chiusura del programma motori, ma ha anche lasciato intendere una certa frustrazione. Attribuendo parte del fallimento a fattori esterni. Pur riconoscendo di aver fatto errori nella scelta dei dirigenti precedenti, ha ora affidato la gestione a Oliver Oakes e Flavio Briatore.
Ma cosa succederà se Alpine, nonostante i motori Mercedes, continuerà a fallire? Il riferimento di De Meo alle “scorciatoie” solleva interrogativi sulla reale volontà di Renault di impegnarsi fino in fondo per il successo in F1, o se stia ancora tentando di competere senza investire in modo adeguato.
La decisione di Renault di diventare cliente di Mercedes riflette una chiara comprensione che mantenere un team efficiente dal punto di vista economico offre maggiori possibilità di successo rispetto al fardello di un programma motori autonomo. Con Mercedes che impiega 900 persone per la produzione dei motori, rispetto ai 340 dipendenti di Renault a Viry-Chatillon, De Meo ha concluso che espandersi ulteriormente non avrebbe fornito vantaggi sufficienti a giustificare i costi.
La nuova strategia di Renault è pragmatica e orientata al profitto. Pur mancando di ambizione, De Meo riconosce che il modello tradizionale di usare il successo nel motorsport per vendere auto non è più attuabile. Oggi, nell’era della F1 con il tetto ai costi, il successo in pista può generare profitti da reinvestire, creando un circolo virtuoso. Renault sta puntando su questo approccio, sperando che una strategia più conservativa possa portare risultati. Non è il sogno della “Ferrari francese”, ma forse quell’obiettivo era errato fin dall’inizio.
Alla fine, questo cambiamento potrebbe permettere a Briatore e Oakes di distanziare il team Alpine dall’influenza della casa madre Renault, mantenendo il supporto necessario e allo stesso tempo eliminando le distrazioni e le interferenze superflue.