L’eredità di BMW Sauber e il monito per Audi in F1: una storia di occasioni mancate

La Sauber potrebbe essere a soli 15 mesi dal diventare il team ufficiale di Audi in Formula 1, ma il processo di “audificazione” è iniziato già nel 2022.

Eppure, guardando i risultati, non si direbbe. La Sauber non ha ancora conquistato un punto in questa stagione, segno che non sembra aver imparato dagli errori del passato, come quando era il team ufficiale della BMW.

Con soli 16 punti negli ultimi 50 gran premi, la squadra sembra in caduta libera. Pensare che la gloriosa storia di Audi nel motorsport – dal rally alle auto sportive fino alle vetture da turismo – insieme ai grandi investimenti garantisca automaticamente il successo è un’illusione.

L’esperienza della BMW Sauber, dal 2006 al 2009, è un monito: se sprechi un’opportunità in F1, come sembra stia facendo Audi in questi ultimi anni, quando avrebbe dovuto rafforzare la squadra con prestazioni migliori, potresti non avere una seconda occasione.

Per capire meglio questa storia, torniamo al Gran Premio del Canada 2008.

BMW al vertice

A Montreal, nel 2008, Robert Kubica ottenne la sua unica vittoria in un gran premio, regalando alla BMW Sauber una storica doppietta insieme a Nick Heidfeld. Quella vittoria portò Kubica in testa al campionato mondiale per la prima e unica volta nella sua carriera.

La BMW Sauber F1.08 era una monoposto molto competitiva. Anche se McLaren e Ferrari erano leggermente più veloci, Kubica riuscì a mettere insieme una serie di ottimi risultati, tra cui tre podi nelle cinque gare precedenti quella di Montreal.

Tuttavia, la lotta per il titolo mondiale non decollò mai veramente, perché non faceva parte del piano aziendale. BMW aveva stabilito una chiara tabella di marcia e, con quella vittoria in Canada, l’obiettivo per il 2008 era stato raggiunto.

Un’occasione mancata

Con la prima vittoria in archivio, la strategia di BMW si concentrò immediatamente sullo sviluppo della vettura del 2009, portando a un calo di prestazioni nella seconda metà della stagione 2008. Anche se la F1.08 non era mai stata la più veloce, era comunque competitiva, ma, con l’avanzare dell’anno, spesso si trovava indietro rispetto ai rivali, e le possibilità di Kubica di vincere il campionato sfumarono.

Anni dopo, Kubica avrebbe espresso la sua frustrazione, rivelando che alcuni componenti che avrebbero potuto migliorare le prestazioni nel 2008 furono trattenuti per la stagione successiva. Il team, scegliendo di puntare tutto sul futuro, perse l’occasione di capitalizzare sul presente.

Il declino della BMW

La strategia del 2009, incentrata sull’introduzione del sistema KERS (recupero dell’energia cinetica), fallì. La BMW Sauber affrontò numerose difficoltà legate al peso e alla complessità del KERS, portando a risultati deludenti. Inoltre, la squadra mancò l’innovazione chiave del doppio diffusore, che altre scuderie avevano sfruttato con successo.

Nonostante un promettente inizio di stagione nel 2009, la BMW Sauber non riuscì a mantenere il passo, concludendo sesta nel campionato. L’incapacità di soddisfare le aspettative, unita alla crisi economica globale, portò alla decisione di BMW di ritirarsi dalla Formula 1 a fine stagione.

Lezioni per Audi

Audi deve trarre insegnamento dagli errori della BMW. In Formula 1, il successo non segue un calendario prestabilito, e ogni opportunità deve essere sfruttata al massimo. L’approccio passivo adottato dalla Sauber negli ultimi anni, in attesa che Audi faccia il suo debutto ufficiale nel 2026, rischia di replicare gli errori del passato.

Nonostante la nuova leadership, che include l’ex team principal della Ferrari Mattia Binotto, la squadra ha ancora molto da migliorare. Con il tempo che scorre veloce verso il debutto di Audi, la Sauber deve accelerare il ritmo dello sviluppo, affinare la propria competitività e perseguire i risultati con maggiore determinazione, se non vuole ripetere il destino della BMW Sauber.

Il monito è chiaro: in Formula 1, chi si concentra solo sul futuro senza perseguire obiettivi immediati, rischia di non vedere mai arrivare quel “domani” tanto atteso. Così come quel titolo mondiale non arrivò mai per la BMW Sauber.

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