Ottobre. Breast Cancer Awarness Month. In tutto il mondo per 31 giorni soprattutto il mondo dello sport a stelle e strisce s’impegna per ricordare quando sia letale questo tipo di tumore e quanto sia importante la prevenzione.
Rosa. Il colore di questo mese.
C’è stato un passato, nemmeno troppo remoto, nel quale anche il calcio a 5 femminile s’è impegnato per questa causa. È riuscito a non essere calcetto a cinque, a dimenticarsi d’essere fuSTal e s’è preoccupato d’una causa. S’è messo oltre le quattro marchette settimanali ed è riuscito a manifestare il suo impegno civile.
Con dei lacci rosa.
Gli introiti di quella operazione di solidarietà contribuirono ad acquistare un macchinario ospedaliero che aiutasse nella prevenzione. Una iniziativa che riuscì a catalizzare l’attenzione di quasi tutto un movimento che è come lo vedete oggi, drammaticamente ripiegato su se stesso, ma capace di quello slancio d’attenzione all’esterno.
I lacci rosa forse qualcuno li conserva ancora, da qualche parte.
Io li ho ancora, su quel paio di scarpe che per uno strano accidenti del fato mi capita d’indossare un solo mese all’anno. Un ottobre che mi permette facilmente spiegare il perché hanno dei lacci rosa. Vero che in pochi guardano i nostri piedi, a meno ovviamente di camminare spudoratamente scalzi nel mezzo della strada. Però forse basta anche ricordarlo a noi stessi, che questo piccolo mondo del pallone che rimbalza male fa parte d’un mondo estremamente più complesso e spesso doloroso.
Se li avete ancora però, indossateli. Fate uno sforzo scattate una foto. Mettetela anche sui social, tra un video in cui v’allenate e uno in cui ci ricordate che “non c’è sconfitta nel cuore di chi lotta”. Anche solo per farvi chiedere da qualcuno del perché di quello scatto. Awareness è consapevolezza e questa potrebbe salvarvi la vita o salvarla a qualche amica. In questa di lotta, la sconfitta equivale alla morte e come vi ricorderebbe Kanu Reeves dopo la morte c’è sicuramente il dolore per la mancanza.
Fatelo.