Mr. McMahon

Netflix. Una di quelle docuserie diventate presto il marchio di come la piattaforma digitale racconta l’intrattenimento sportivo. La storia spesso controversa di Vince McMahon, l’uomo che ha inventato il wrestling per come lo conoscono oggi le masse. L’abilissimo lavoro di Chris Smith si consuma tutto d’un fiato.

Ricorrono in questo racconto per immagini, spesso le stesse parole. Spettacolo, Business, Linee Narrative, Prodotto o per essere il più possibile fedeli alla serie: Entertainment, Business, Storylines, Product. In maniera quasi ossessiva come è in fondo giusto che sia quando il fine ultimo di una impresa è il guadagno, per tutti.

Mr. McMahon è anche il racconto d’una evoluzione da quel Wrestling considerato disciplina sportiva minore a quel gigante dell’intrattenimento chiamato WWE fino alla sua fusione con la UFC e la creazione del gigante multimiliardario della TKO.

Un racconto che esplora non solo la parabola di un prodotto ma quella degli uomini e delle donne che l’hanno animato, che ne sono rimasti segnati non solo umanamente. Attraverso oltre quarant’anni di storia statunitense, seguendone le evoluzioni e talvolta influenzandone la cultura. Un prodotto al servizio di un pubblico, i cui artefici non commettono mai il peccato mortale di pensare che sia il pubblico al servizio del prodotto.

È la storia di personaggi borderline ma anche d’astuti uomini e donne d’affari. Storia di cadute, di sofferenza e di successo. Piena di laceranti controversie ma sicuramente non è una narrazione che può lasciare indifferenti. Spiega oltre ogni ragionevole dubbio come un NON sport sia diventato un fenomeno d’intrattenimento planetario.

Nel suo epilogo tragico come in tutte le grandi saghe familiari che si rispettino è proprio il prodotto, il business a sopravvivere anche alla caduta del suo creatore, un po’ tragedia greca dove anche Zeus ha i suoi vizi e la sua caduta non ne intacca il misticismo.

Una lezione di business e di creatività. Una ricetta così chiara da sembrare semplice eppure in pochi sono riusciti a replicare con lo stesso successo e per così tanti anni. Forse perché quel genere di successo richiede una dedizione totale,  la volontà d’esplorare l’essenza del sacrificio, non solo fisico ma anche emotivo. Sicuramente richiede follia.

Questa serie rappresenta una sorta di manuale d’uso, per chiunque voglia creare un prodotto d’intrattenimento, gli elementi sono tutti lì non si devono nemmeno interpretare, soltanto leggere.

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