Katsura Hashino, noto per il suo lavoro alla guida della serie Persona con i capitoli 3, 4 e 5, è una figura centrale nel mondo dei JRPG. Anche se i primi tre giochi della serie non erano sotto la sua direzione, è con lui che Persona ha iniziato a combinare il dungeon crawling con l’interazione sociale. Un aspetto che ha reso la serie unica nel suo genere. Questo elemento di creazione di legami tra i personaggi, introdotto in Persona 3, ha trasformato la saga. Facendo sì che i giocatori associno immediatamente il nome Persona a questo mix di gameplay e rapporti umani.
Hashino, insieme all’artista Shigenori Soejima, ha contribuito non solo a Persona, ma anche ad altri titoli Atlus come Shin Megami Tensei, Trauma Center e Catherine. Ora, i due stanno lavorando su un progetto nuovo e ambizioso, Metaphor: ReFantazio, sviluppato dal nuovo sottostudio Atlus, Studio Zero. Diversamente dai giochi moderni a cui sono abituati, questo titolo esplora un’ambientazione fantasy. Hashino racconta che, fino a questo momento, il team si era concentrato su storie ambientate in un contesto contemporaneo, sia con Shin Megami Tensei che con Persona. Con Metaphor, si sono posti la domanda: “Cosa verrebbe fuori se ci cimentassimo in un gioco fantasy?”
La creazione di Studio Zero è stata una scelta mirata proprio per dare vita a questa nuova esplorazione del genere. Anche se alcuni elementi, come il dungeon crawling e le dinamiche relazionali, restano, Metaphor si distingue per una struttura più libera. Per combattimenti che puntano maggiormente sulle sinergie tra personaggi. Inoltre, l’ambientazione e la trama sono concepite su scala molto più ampia rispetto ai lavori precedenti. Soejima sottolinea come il design di questo gioco sia completamente nuovo e non si sovrapponga a quanto già fatto in passato. La sfida principale è stata proprio quella di passare a un nuovo genere e creare qualcosa di diverso.
Sebbene l’ambientazione fantasy rappresenti una novità significativa, Hashino non ha voluto semplicemente creare una versione medievale di Persona. Al contrario, ha cercato di formulare una teoria sul perché il genere fantasy esista, suggerendo che la realtà non deve necessariamente rimanere invariata, e che il mondo fantasy possa essere un modo per esplorare altre possibilità. In un’affermazione intrigante, ha proposto l’idea che il mondo di fantasia potrebbe guardare alla nostra realtà come alla loro versione di un mondo fantastico.
Questa riflessione si traduce nel design stesso di Metaphor, dove gli abomini che i personaggi del gioco identificano come “umani” mostrano come il mondo di fantasia possa vedere il nostro.