Il Pulsante Miracoloso

Con il frutto della mia esperienza personale, questa rubrica inizia affrontando il tema dell’aspetto emotivo e psicologico degli atleti. Non ancora molto sviluppato eppure dovrebbe essere esplorato più delle loro stesse abilità. Durante le mie conferenze, dico sempre che “il muscolo più importante di un atleta è la sua mente.” 

Magari esistesse un piccolo pulsante miracoloso da spingere ogni volta che proviamo una brutta sensazione, per farla sparire. In molti momenti della mia carriera, e soprattutto negli ultimi tre anni, mi sono sentita molto triste e colpita da eventi interni ed esterni. In qualche modo non mi permettevano di vivere davvero il famoso “oggi e ora”, nonostante fossi concentrata su questo. 

Ho passato molto tempo a pensare a cose che potevano accadere e che, a volte, non accadevano. Questo mi ha fatto comprendere che avere una mente proiettata mi faceva soffrire anticipatamente per molte cose. Forse perché sono sempre stata molto indipendente e ho pianificato tutto senza l’aiuto di nessuno. Viaggi, percorsi, cene, pranzi, spuntini, caffè, e così via. Ho avuto un periodo in cui mi ritrovavo a pianificare solo nei miei pensieri cose che avrei voluto accadessero. 

Si dice che ci ammaliamo per amore, ma in realtà è la sua assenza che fa ammalare le persone. La mancanza di considerazione, l’indifferenza soprattutto. Non certo la mancanza di saggezza o di comprensione, tutt’altro. Ognuno ha il suo percorso, sia in vita che in morte. A volte il tempo dell’altro si esaurisce prima del nostro. 

Ho sempre saputo molto bene che non dovrei soffrire per cose che non posso controllare. Nel mio cuore e nella mia mente però alcune angosce mi hanno soffocata per molto tempo. Ogni volta che qualcosa che avrei voluto accadesse non accadeva, mi demoralizzavo. La mancanza di impegno o serietà degli atleti e dei club, la mancanza di dedizione e intensità, per esempio. Generavo ASPETTATIVA. Non crearla nella nostra mente riguardo al comportamento degli altri richiede molta saggezza. Essere circondata da persone e sentire la mancanza di chi non c’era o non faceva alcun caso alla mia presenza è stato spesso molto estenuante. 

Essere stata un ponte per molte persone che, una volta ottenuto ciò che volevano, mi hanno subito trascurata, è stato molto doloroso. Ho conosciuto persone che mi hanno usato, che mi hanno mentito, che mi hanno ingannato, che mi hanno calunniato. Alcune mi hanno persino fatto credere nell’amore, ma era quell’amore da favola, che non esiste. 

Insistere e desiderare ancora di condividere cose e momenti con chi non è interessato a te fa male. Ferisce e rattrista, ma poi sviluppiamo il cosiddetto “amor proprio”. Porre fine ai legami è tanto difficile quanto iniziarli. 

Ci sono milioni e milioni di persone in questo mondo. Sono sempre esistite anche prima di queste delusioni. Non ho mai dato molta importanza a dividere il mio tempo con così tanta gente. Le persone insignificanti e di indole diversa dalla mia mi irritano, ma in fondo non hanno mai avuto molto peso, specialmente nelle mie decisioni. 

Ho vissuto anni di stress, irritazione, tristezza e molta monotonia, e nonostante tutto, non ho mai dimenticato i miei valori. Non ho mai smesso di organizzare eventi a favore del futsal femminile e della solidarietà a Cruz Alta e dintorni. 

Va bene, non ci sono state solo momenti negativi. Sono stati anni che hanno richiesto un tributo emotivo ESTREMAMENTE PESANTE. Questi momenti possono generare una tristezza tale da far passare la voglia di vivere quel sogno chiamato VITA DA ATLETA. 

Attacchi di panico ingoiati in silenzio mi hanno resa più triste, più fredda e amareggiata. MI SONO ESAURITA EMOTIVAMENTE MOLTE VOLTE. Ho viaggiato, ma non sempre è servito. Sono andata a cene, feste, e anche in mezzo alla folla, mi mancava sempre qualcosa. 

Chi capisce questa delusione e tristezza? Ci annienta, ci trasforma. Ho visto persone intense trasformarsi in persone fredde, senza vita e senza molte prospettive. Non è mancanza di Dio, Non mancanza di lettura, meditazione, ascolto o azione. Non è rabbia né odio, ma succede. Oppure assenza di scelta o qualsiasi altra cosa, ma vivere seguendo le emozioni ha un prezzo. 

Dopo molte sessioni con la terapeuta Tatiana Rocha Neto, che mi ha seguito via Caxias – RS ✈ a Roma per tutta la stagione, ogni 15 giorni, ho sviluppato alcune tecniche che possedevo già, ma delle quali avevo forse poca consapevolezza. Ho liberato la mia mente, ho aggiustato i miei comportamenti e ho organizzato la mia vita emotiva. 

Il termine PSICOLOGO spaventa ancora molte persone, figuriamoci PSICHIATRA, ma è semplicemente come avere un amico INTELLIGENTE con cui sfogarsi. Prendersi cura della mia parte psicologica è stato fondamentale per uscire da un momento grigio verso un arcobaleno di emozioni e nuovi eventi nella mia vita. 

I più emotivi devono stare attenti perché le “malattie” del secolo sono senza dubbio la depressione e l’ansia. Gli atleti vengono quasi sempre giudicati in base ai loro risultati. Ma lì dentro, in quella “macchina da competizione”, c’è un cuore, un’anima, un passato e tanti sogni. Ci sono i loro traumi, le loro prospettive e le loro vite, che hanno davvero bisogno di CURA. 

Tutti i risultati, siano essi negativi o positivi, influenzano tutto ciò. Magari esistesse un pulsante per spegnere tutto e stare tranquilli. 

Per poter pensare solo ai momenti belli, alle persone che ricambiano e alla felicità. Il caro Bob Marley aveva ragione: PACE E AMORE vanno di pari passo, e chi non ha uno, difficilmente avrà l’altro.

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