Adrian Newey è pronto a unirsi alla sua sesta squadra di Formula 1, Aston Martin, 45 anni dopo il suo esordio con Fittipaldi. Cconfermandosi come una delle menti tecniche più brillanti nella storia del motorsport. La sua carriera spicca in un mondo in cui il legame tra le prestazioni delle vetture e il contributo dei singoli è spesso poco trasparente, e lo è diventato ancor più con il passare del tempo.
Ma Newey non è solo un aerodinamico: è un ingegnere con una visione straordinaria di tutti gli elementi che influenzano le prestazioni di una vettura. La sua capacità di intuire l’importanza relativa di ogni componente e di adattarsi alle evoluzioni tecnologiche è unica. Newey sa che le prestazioni sono una scienza dinamica, dove ogni parte può essere manipolata e ottimizzata per ottenere un risultato complessivo migliore.
Un ingegnere senior della Red Bull ha raccontato come Newey fosse capace di proporre soluzioni che sembravano irrilevanti agli altri, per poi dimostrare come una piccola modifica potesse aprire nuove possibilità. “Dopo che te lo spiega, tutto appare ovvio, e ti chiedi come non ci avessi pensato prima,” ha detto.
La capacità di Newey di adattarsi a epoche, squadre e culture diverse ha sempre portato le sue scuderie a diventare protagoniste, anche se non sempre subito.
Quando approdò alla Williams nel 1990, Newey rivoluzionò l’aerodinamica della squadra, contribuendo al successo della leggendaria FW14B nel 1992. Il suo ingegno nel riproporre tecnologie come la sospensione attiva fu determinante. Tuttavia, nonostante il successo, la dirigenza non riconobbe pienamente il suo valore, spingendolo verso la McLaren.
Nel 1998, Newey sbarcò alla McLaren, dove diede un contributo decisivo alla progettazione della MP4/13, che dominò la stagione. Nonostante l’ambiente fosse più moderno rispetto alla Williams, Newey si scontrava spesso con la gestione, che limitava le sue idee. Questi contrasti lo portarono a cercare nuove sfide, e trovò la sua libertà creativa alla Red Bull.
In Red Bull, Newey trovò il terreno ideale per innovare. Già nel 2009, le sue idee portarono la scuderia a una serie di vittorie nel mondiale. La sua abilità nel trovare soluzioni fuori dagli schemi, sfruttando al massimo i regolamenti, divenne la base per il dominio della Red Bull nell’era dei motori V8. Sebbene la delusione per i limiti del motore Renault nell’era ibrida lo avesse temporaneamente allontanato, la partnership con Honda riaccese il suo entusiasmo, permettendo alla squadra di tornare al vertice anche con le nuove regole sull’effetto suolo introdotte nel 2022.
Ora, Aston Martin sembra essere riuscita a convincere Newey a unirsi al loro ambizioso progetto, con un annuncio ufficiale atteso a breve. Il successo di questa collaborazione dipenderà dalla sua integrazione in un ambiente guidato dall’ambizioso Lawrence Stroll. Con un impianto all’avanguardia, un team tecnico di primo livello e una nuova partnership con Honda, le premesse per un futuro vincente ci sono tutte. Newey avrà inoltre la possibilità di influire sul progetto della vettura del 2026, quando entreranno in vigore le nuove regolamentazioni.