Caffè Corretto – Ritorno a Scuola

Settembre, fuori fa ancora caldo, in spiaggia c’è ancora gente anche se sono più quelli che alle nove sono in fila in macchina per andare al lavoro. C’è chi ha ripreso la preparazione, chi s’appresta ad essere acclamato presidente e chi ha fatto la figura del peggior Batman di sempre.

Si ricomincia, anche se qui su Linea Laterale non abbiamo mai smesso, piuttosto ci siamo allargati, ad altri sport e altre realtà. Saremo partner di una squadra di esport, di simracing per essere precisi, una che fa le gare di endurance, insomma dei piccoli Verstappen.

Avrete notato i tanti articoli in inglese. Non solo per raggiungere un pubblico più ampio ma per una questione di stile. Qualche tempo fa m’è capitato tra le mani un romanzo di Murakami Haruki, uno degli scrittori giapponesi più letti al mondo. Il suo romanzo d’esordio fu scritto prima in inglese, l’uso di una lingua con la quale aveva ovviamente meno dimestichezza lo costrinse ad adottare uno stile più asciutto. Il manoscritto poi ritradotto in giapponese lo proiettò alla ribalta mondiale.

Molti dei post, quasi però esclusivamente su FB, il social con il più alto numero di ritardati cognitivi, hanno i commenti bloccati. L’avrete sicuramente notato. Non solo per toglierci dal fastidio delle notifiche del commento del cialtrone di turno ma per una considerazione questa volta editoriale. Quelli abbastanza vecchi da ricordarsi l’epoca in cui c’erano solo i giornali e quelli abbastanza giovani da averli visti solo al bar, avranno notato che quei media hanno continuato a proliferare anche senza la possibilità di commentare sotto gli articoli.

FB non ha moderazione preventiva, solo a posteriori e come molti social quello di moderare i commenti è un lavoro tedioso. Soprattutto gli articoli che pubblichiamo esistono per essere letti, non commentati dal cialtrone di Voghera. Il cialtrone di Voghera può commentarselo sui suoi profili se proprio ci tiene. Non a casa nostra. Se vi piacciono li leggete, se non vi piacciono non li leggete, non sentiremo la vostra mancanza.

Aumenterà il nostro impegno, la presenza sui campi e non solo del calcio a 5 italiano femminile. Cercheremo di raccontare come sempre lo sport tenendo i piedi ben saldi sulla linea laterale, non troppo lontani dal campo e non troppo vicini agli spalti, anche quelli desolatamente vuoti. Continueremo a sperimentare, linguaggi, piattaforme, strumenti.

Viaggeremo, tanto anche fuori dai confini, perché certe magie come quella del football NCAA vanno raccontate da dentro, dagli spalti e perché no anche dal bar. Consumeremo sport ma non con l’ingordigia d’un cliente di fast food. Ma nemmeno con la spocchia di chi considera il proprio sport “best sport on earth” ma anche no.

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