Alpine in sciopero al GP d’Italia: dipendenti contro Renault per la chiusura del programma motori F1

I dipendenti di Alpine in Francia sciopereranno e protesteranno al Gran Premio d’Italia. Contro il piano di Renault di chiudere il programma di motori per la Formula 1. Renault ha infatti deciso di passare alla fornitura di motori Mercedes a partire dal 2026. Su indicazione del presidente Luca de Meo, che mira a un futuro più economicamente sostenibile per la scuderia.

Tuttavia, il Consiglio di Fabbrica di Alpine (CSE: Comité Social et Economique), che rappresenta i lavoratori dello stabilimento di Viry-Chatillon, considera l’abbandono del motore francese un “tradimento” della visione originale di Alpine. Un “vergognoso abbandono dell’eredità del team e di 50 anni di storia e competenze tecnologiche”.

Venerdì, “circa un centinaio di dipendenti” saranno presenti a Monza per protestare pubblicamente contro questa decisione. In un evento organizzato dal CSE. I manifestanti saranno divisi in due gruppi: uno lungo le tribune del rettilineo principale e l’altro all’uscita della Parabolica. Esibiranno uno striscione con un “messaggio chiaro e non aggressivo a favore del mantenimento di un motore francese in F1”, indossando una maglietta bianca con il logo Alpine e il messaggio #ViryOnTrack, e un bracciale nero.

Garage Alpine

Anche i dipendenti del garage Alpine a bordo pista indosseranno il bracciale nero, se possibile. Nel frattempo, a Viry-Chatillon, la “maggior parte dei dipendenti che non ha potuto partecipare all’evento sarà in sciopero dalle 9:00 alle 15:00 per solidarietà con i colleghi”. Saranno esposti “segni di malcontento” e saranno presenti funzionari locali, poiché la città ha invitato i rappresentanti eletti e il pubblico a partecipare. Secondo il CSE, nessuna di queste azioni “impedirà il regolare svolgimento delle operazioni in pista”.

Prima che l’accordo con Mercedes venga finalizzato, Renault e Alpine stanno valutando un “progetto di trasformazione” per Viry-Chatillon. Reindirizzato verso altre attività legate ad Alpine e Renault.

Tale progetto ha incontrato una forte opposizione da parte dei lavoratori, che accusano la dirigenza di Renault di essere “sorda a qualsiasi dialogo”. Il piano viene definito un “disastro per l’innovazione automobilistica, la sovranità tecnologica francese e l’innovazione industriale”. I lavoratori credono che gli obiettivi del marchio Alpine possano essere raggiunti continuando a sviluppare il motore di F1, nonostante i risultati deludenti nell’era turbo-ibrida V6.

IL PROGRESSO ABBANDONATO

In un documento dettagliato, il CSE ammette che il motore attuale “soffre di un deficit di prestazioni dovuto a una scarsa anticipazione del cambiamento dei regolamenti tecnici del 2014” e che questo rappresenta “circa il 20% del deficit totale di prestazioni della vettura”.

Tuttavia, il CSE critica la gestione destabilizzante del progetto da parte del Gruppo Renault. Colpevole d’aver cambiato quattro direttori tecnici a Viry e vari team principal a Enstone. Il restante deficit viene attribuito al “telaio della fabbrica di Enstone, che fatica a migliorare a causa dei continui cambiamenti nella leadership”.

Il CSE insiste sul fatto che il lavoro intensivo già svolto per il motore del 2026. Costruito secondo regole molto diverse e con una divisione quasi 50-50 tra motore a combustione interna e potenza elettrica, ha portato a una “svolta tecnologica”.

Secondo il CSE, milioni di euro sono già stati investiti e spesi per il progetto del 2026, con oltre 100 concetti “innovativi” esplorati. Quasi un terzo di questi ha mostrato “prestazioni promettenti sul banco di prova e che si prevede verranno incorporati” nel motore del 2026.

il piano

Il piano era di integrare questi sviluppi in un motore di prova entro la fine del 2024. Pare fosse già vicino all’obiettivo prestazionale previsto per il 2026. Questo motore non ha mostrato criticità di affidabilità nei test e ha una riduzione della lunghezza del 12% per migliorare l’integrazione con il telaio.

Tuttavia, invece di proseguire con un “motore ben concepito e con chiaro potenziale” e ottenere un vantaggio dichiarato di “0,5 secondi al giro” grazie a un’integrazione su misura, la chiusura del programma motori di F1 “sembra segnare la fine definitiva delle attività di F1 in Francia nel 2026”.

Il CSE ha definito questa decisione un “viaggio senza ritorno: una barriera tecnologica troppo alta da superare, una fuga di cervelli e investimenti proibitivamente costosi” poiché sarà “troppo costoso immaginare un ritorno” alla F1 in futuro.

UNA LOGICA INCOMPRENSIBILE

Il CSE ha anche criticato altri aspetti del piano di “trasformazione”, relativi ai presunti benefici per Viry. Secondo il CSE, le competenze del personale di Viry non sono allineate con le aree di innovazione su cui si sta concentrando il settore automobilistico. Come la chimica delle batterie, la produzione industriale, i “veicoli definiti dal software” e la guida autonoma.

Inoltre, oltre l’80% delle operazioni del sito sono legate alla F1, così come la qualità e l’attrattiva per i lavoratori. I quali “non avranno altra scelta se non quella di lasciare la Francia per continuare la loro carriera in Formula 1 all’estero”. Il CSE sospetta che questa strategia sia stata volutamente adottata “per ritardare e minimizzare l’impatto di un costoso piano di esuberi volontari”.

“Il signor De Meo ci ha assicurato che l’anima del marchio Alpine deve essere nutrita dalle sue radici e che non c’era alcuna intenzione di reciderle”, afferma il CSE. “A settembre 2023, si è impegnato davanti a centinaia di dipendenti di Enstone e Viry-Chatillon ad allineare le risorse finanziarie con le necessità di innovazione tecnologica.

“Non comprendiamo cosa giustifichi l’eliminazione di questa entità d’élite della F1 che è il sito di Viry-Chatillon e il tradimento della sua eredità impiantando un cuore Mercedes o qualsiasi altro nella nostra Alpine F1.

“L’annuncio della fine dello sviluppo e della produzione di motori francesi per la Formula 1 è incomprensibile. “Non possiamo credere che Alpine e il Gruppo Renault tradiscano la loro missione e danneggino così la loro immagine. Per questo motivo, esortiamo il signor de Meo e il suo consiglio di amministrazione a rivedere questa decisione.”

LA RISPOSTA DI ALPINE

Alpine ha risposto giovedì pomeriggio all’annuncio dello sciopero e della protesta a Monza. “Siamo a conoscenza delle attività pianificate per questo fine settimana da parte del personale di Viry”, si legge nella dichiarazione.

“Comprendiamo dal loro comunicato che si tratterà di proteste pacifiche che non influiranno sulle operazioni del team. Il progetto di trasformazione è ancora in fase di valutazione e nessuna decisione è stata ancora presa dalla direzione di Alpine.

“Il dialogo, avviato da quando il progetto è stato presentato ai rappresentanti dei dipendenti di Viry a luglio, è importante per la direzione di Alpine e continuerà nelle prossime settimane.”

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