Se non è sostenibile la Lega Pro…

…figurarsi se può esserlo il Futsal, oppure il calcio a 5 nella sua versione italica o il più comune fuSTal, praticato con disinvoltura tanto al maschile quanto al femminile. L’annata sportiva che s’appresta a iniziare ha generato una moria di squadre superiore a quella post COVID. Una situazione peggiore di una pandemia.

Il futsal è uno sport dilettantistico, praticato da dilettanti, le sue difficoltà sono spesso generate dalla natura legislativa della disciplina oltre che dall’avventatezza media dei suoi dirigenti. Sarebbe interessante capire come pensano questi avventori dell’ultima ora di fare meglio dei professionisti.

Quali professionisti? Quelli della Lega Pro.

Priviamo a fare i conti in tasca alla Lega Pro. Accordo con Sky Sport, 3 milioni e 900 mila euro. Ammettendo che questa sia la cifra dell’accordo finale ad ogni squadra sono andati 65 mila euro. Considerando che iscriversi al campionato costa 60 mila euro, se si è già in lega pro, 105 mila se si arriva da altra serie, ecco che quei soldi sono già finiti.

Se dobbiamo prendere per il suo valore nominale le parole dell’ormai ex presidente del Taranto Giove, la maggior parte degli introiti non arrivano da “sponsorizzazioni, incassi di botteghino, minutaggi e ipotetiche plusvalenze”. Novantanove su cento, gli sponsor sono locali e raramente possono contribuire in modo così significativo alle spese della squadra. Le spese sono coperte dalla proprietà. Pubblico. L’anno scorso la Lega Pro ha sbandierato un aumento delle presenze negli stadi fino a 2 milioni 885mila spettatori. Se però ci si ferma a far di conto si scopre che si tratta di meno di 2500 spettatori a partita.

In queste condizioni la Lega Pro stenta a sopravvivere, agisce in costante stato di debito, tra fallimenti poi revocati e poi promozioni incredibili, vandalizzate da proprietà in cerca di facile consenso, d’un posto al sole almeno per un po’. Una Lega Pro in cerca di una riforma che ne garantisca la sostenibilità.

In un contesto professionistico che stenta, l’ennesimo scivolato giù dalla montagna del sapone con la piena, prova a raccontarci che c’è un futuro radioso, d’uno sport in espansione: il calcio a 5. Non solo al maschile, addirittura al femminile. Una disciplina con un pugno di praticanti, con i parenti sugli spalti, ci raccontano sia più florida della Lega Pro. Poi si lamentano se ne facciamo dei personaggi da operetta.

Il futsal è una disciplina che non genere un solo euro di ricavo, perché non può. Legislativamente. Non potrebbe nemmeno se ci fosse una norma a renderlo possibile. Che non s’interroga mai sui suoi insuccessi ma anzi li considera dei successi. Non s’interroga come la perdita di uno sponsor, di una cartellonistica possa generare una diffusa moria di squadre. Il futsal in Italia non è una impresa economica sostenibile, invece d’interrogarsi su come renderla tale, si celebrano le coppe di plastica.

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