Lui è Tornato

Lui è tornato. Non mi riferisco né al best seller di Timur Vermes, né all’omonimo film di David Wnendt, anche se le vicinanze politiche potrebbero essere anche quelle. Torna e irrompe come un deflagrante terremoto sulla scena politico-sportiva del calcio a cinque: Andrea Montemurro.

Non era nemmeno sognabile

Citando le sue stesse parole: “non era nemmeno sognabile”. Ma la politica sportiva non va confusa con quella tradizionale. Quella esercitata da un elettorato largo e con una quota ampia di voto d’opinione. La politica sportiva è una mera questione di numeri e deleghe. D’opportunità.

Il candidato che sfiderà Stefano Castiglia, ha un passato noto nell’ambiente, una squalifica sportiva alle spalle per aver rivelato informazioni riservate, nessun carico penale. Non gode certo di buona stampa, nemmeno specializzata ma se fosse stato meno disinvolto al telefono probabilmente non avrebbe questo problema. Ha governato con un consiglio ostile figlio di una elezione sanguinosa, nella quale ha battuto l’altro candidato Alfredo Zaccardi.

Curioso però analizzare chi erano i compagni nella prima corsa di Montemurro al trono di spine della divisione calcio a 5. Delegato assembleare eletto proprio nella cordata Montemurro c’è un ancor più giovane Stefano Castiglia, piuttosto entusiasta circa l’elezione del nuovo presidente.

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Non eletto

Non eletto ma sempre nella sua cordata c’era anche quell’Umberto Ferrini che qualche mese più tardi verrà nominato, nonostante non faccia parte del Consiglio Direttivo, responsabile del settore femminile. Carica che gli verrà poi revocata dopo qualche tempo e successivamente ancora reintegrato nella mansione. Molto attivo nel sostegno alla squadra di Montemurro pare ci fosse anche quel Leonardo Todaro, ora vicario alla presidenza.

La politica, anche sportiva, non solo crea strani amici di letto, crea altrettanto strani avversari politici. Gli amici di ieri oggi si scontrano su opposti fronti, difficile per alcuni riciclarsi come il nuovo che avanza, mentre più facile per lo sfidante fare leva sul diffuso malcontento generato dalle scelte politiche sostenute anche da una delle squadre in cerca di voto.

Quando il ritorno di Batman era solo una suggestione cinematografica, in uno dei due campi si manifestava una certa fiducia nel risultato finale, un “li spazzeremo via”, che comunicava la possibilità di una elezione di tipo bulgaro. In fretta però si sono compattate le file, la candidatura è diventata “contro” e c’è bisogno “d’unirsi”.

L’opposizione a quella che è una prosecuzione dell’esperienza Bergamini ha certo mancato di fantasia e coraggio nella scelta del candidato. Ha raccolto intorno a se i nostalgici, quelli messi ai margini dalla sconfitta politica di qualche anno fa. Le vedove inconsolabili. Ma non commettete l’errore di pensare che l’opinione pubblica del movimento conti davvero così tanto. Non sottovalutate quanto il margine della vittoria di Bergamini risieda in un pacchetto di deleghe che non è ancora assicurata a nessuno schieramento.

Nel gioco del trono o si vince o si muore.

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