Ambizioso, politicamente esperto e scaltro, cordiale. Stefano Castiglia è il volto scelto dalla stessa coalizione che ha sostenuto il presidente Bergamini, per la sua successione, quasi dinastica. Siciliano, già presidente di club di calcio a 5, da anni impegnato anche nella politica sportiva. Giovane rispetto alla media solitamente dinosaurica dei candidati, era l’inevitabile delfino destinato a guidare una delle possibili coalizioni che si confronteranno al voto.
Potrebbe essere una elezione bulgara, con un solo candidato, nel caso la cordata che dietro le quinte s’è mossa per capitalizzare il malcontento delle società votanti, non dovesse trovare la massa di voti necessaria per essere un serio avversario politico.
Perché questa campagna elettorale del calcio a cinque si giocherà tra quelli che rivendicano con orgoglio la continuità rispetto all’operato del presidente uscente, continuando sul solco degli slogan utilizzati già quattro anni or sono. Lisi però da una mortalità delle società che proprio nell’anno elettorale ha raggiunto il suo apice più recente.
All’opposizione ci saranno quelli che indicheranno tutti i problemi che questa disciplina ha, indicato come responsabile della condizione odierna proprio la governance attuale. Chi è all’opposizione ha sempre una vita più facile quando si tratta di presentare programmi, non ha l’onore di scontrarsi con i numeri.
FutsAll come naming della campagna elettorale, un po’ lenta come catchphrase ma ha decisamente un suo perché, rivendica l’unione delle varie anime della disciplina, unione d’intenti e quell’appeasement che da sempre è la firma palese della passata e della futura possibile governance.
Sulla stella a cinque punte, come simbolo del progetto elettorale, ecco vorrei sollevare almeno qualche appunto.
La stella con cinque punte è più nota come PENTACOLO, simbolo che nella cultura occidentale ha avuto i più svariati significati. Era associato alla dea Venere come simbolo della sessualità mistica, nel ciclo arturiano era associato al Cavaliere Verde come simbolo delle virtù cavalleresche. Quindi una ottima scelta? No.
Perché nell’esoterismo e nella cultura popolare la stella a cinque punte rovesciata è associata alla wicca e al satanismo. Ma appunto è rovesciata quella della campagna no, non c’è problema vero? Insomma. Siamo in Italia e in un passato decisamente non troppo recente ma nemmeno remoto, noto come gli “Anni di Piombo”, la formazione eversiva di lotta armata chiamata Brigate Rosse, utilizzava proprio la stella a cinque punte come simbolo. Il suo motto: “colpirne uno per educarne cento” e la sua strategia: “colpire al cuore dello stato”.
Certo c’è anche la stella del piccolo principe, il racconto di Antoine de Saint-Exupéry, forse Stefano Castiglia lo ricorda anche un po’. Anche lì, in questa opera immortale, il piccolo protagonista visita alcuni pianeti. In uno di questi c’è un vecchio re solitario, che ama dare ordini ai suoi sudditi, sebbene sia l’unico abitante del pianeta. Un vanitoso che chiede solo di essere applaudito e ammirato, senza ragione. L’ubriacone che beve per dimenticare la vergogna di bere e infine un uomo d’affari che passa i giorni a contare le stelle, credendo che siano sue. Sicuri che la stella sia stata una buona idea?
La corsa alla presidenza è ufficialmente partita, nei prossimi giorni il candidato Stefano Castiglia annuncerà anche la sua compagine di governo che sembra almeno dalle sue parole possa anche avere una componente femminile. Il dado è tratto.