We Love Poreč

Parenzo, così si chiamava quando nel sesto secolo venivano edificati gran parte degli edifici della città vecchia. Una delle destinazioni estive più belle della Croazia e da qualche anno segna l’epilogo amichevole della stagione dell’italico futsal al femminile.

Questa è la prima edizione nella quale però è possibile valutare con uno strumento ufficiale, per quanto parziale, la qualità delle nazionali invitate all’evento. Un torneo amichevole che ha chiaramente come scopo la promozione della disciplina.

Groenlandia. Esordio assoluto a livello internazionale, la federazione indigena cerca disperatamente di farsi inserire nella CONCAF al momento non è ancora indipendente, di fatto legislativamente non esiste.

Polonia. Ranking FIFA 17esima.
Incastrata tra l’Uruguay e la Finlandia.

Finlandia. Ranking FIFA 18esima.
Preceduta dalla Polonia di cui sopra e seguita dal Venezuela.

Croazia. Padrona di casa e 41esima nel ranking FIFA.
Preceduta dalla Romania e seguita da vicino dalla Bielorussia.

Marocco. 59esimo posto del Ranking FIFA.
Un gradino sopra troviamo la Repubblica Ceca, al 60esimo c’è, rullo di tamburi, Guam. Una nazione che deve la sua esistenza all’enorme base statunitense che costituisce elemento di deterrenza militare per l’intera Asia.

Tutte nazionali estremamente autarchiche come accade spesso al femminile. Vien da chiedersi cosa ci fa una nazionale al decimo posto del ranking FIFA in un contesto come quello se non per provare le possibili nuove leve, dare spazio a giocatrici che non si sono mai misurate in un contesto internazionale.

L’Italia di futsal femminile s’è guadagnata il decimo posto del ranking, la prima europea dopo il duo dominante, Portogallo e Spagna. Davanti perfino a quell’Ucraina che deve alla geopolitica il suo essere arrivata seconda all’ultimo europeo di futsal femminile. L’Italia ha faticato sul campo, ha cercato talento dove c’era, in un panorama internazionale che tra restrizioni economiche e sportive non offre poi molto.

Delle sessantanove squadre presenti nel ranking FIFA per il futsal femminile, quattro sono praticamente Cina: la Repubblica Popolare Cinese, Taipei, Hong Kong, Macao. Lo sforzo creativo della FIFA per mettere insieme un mondiale di futsal femminile è davvero ammirevole.

Dopo cinque anni l’Italia torna da Parenzo con il trofeo, vendicando la sconfitta proprio contro la Polonia dello scorso anno. Un attimo: “vendicando”? Già. Se qualcuno s’azzarda a scrivere vendicando, allora forse, azzardo è arrivato il momento di smetterla di pensare che “siamo i più forti”. Che può capitare di essere sotto anche con la Polonia.

Ricordarci di quando esultiamo ogni volta che gli scarsi danno lezioni ai forti. Invece di continuare a crederci i più forti, sulla carta. Valutare la possibilità che il talento non sia abbastanza, che altrove non siano così scarsi come ci piace pensare.

Prendere nota che da quel ranking mancano le grandi nazionali dal calcio femminile e che quando ci sono hanno praticamente iniziato ieri. Ricordarci di quando una ragazzina appena diciottenne è arrivata dall’Australia per dominare il campionato tricolore under 19 e vincerlo praticamente da sola. L’Australia, non il Brasile.

Se pensassimo che l’Italia può sbagliare? Quando storce la testa o allarga le braccia per rimarcare l’errore d’una compagna di squadra, quando non è capace d’inghiottire il proprio ego nemmeno per un momento e il lavoro d’una stagione viene preso a sberle.

Se tornassimo ad osservare invece di farci annebbiare la vista dal risultato? Forse noteremmo quei dettagli, d’un movimento che fatica a trovare spazio in questo tempo di sport frenetico. In un paese che coltiva a fatica i suoi talenti perché ha smesso d’osservare dove non è piacevole guardare.

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