Molte delle ragazze che giocano a futsal in Italia sono originare di una precisa regione del Brasile, il Rio Grande do Sul. Luogo di destinazione in un passato nemmeno molto lontano di emigrazione proprio da quello che amiamo chiamare il Bel Paese, l’Italia.
In questi giorni la regione è stata colpita da quella che i media brasiliani la peggiore alluvione nella storia della regione e probabilmente dell’intero paese. La misura della devastazione raccontata su X soprattutto a quelli un pò più avanti con gli anni ricorda il disastro del Vajont e fa sembrare lo straripamento dell’Arno una piccolo allagamento.
Le giocatrici sono lontane da casa, spesso alla ricerca d’un futuro migliore anche per quelli che restano indietro. Costrette oggi a vivere da spettatrici il disastro che piaga la loro terra. L’impotenza della distanza, la difficoltà nel ricevere notizie, tutto somma tragedia a tragedia.
Il futsal, questo maledetto calcetto a cinque, non è gol e assist, non è le sue coppe di plastica, le finte amicizie e quelle di circostanza. Il futsal è ancora per la sua parte essenziale composto da persone, intessuto da rapporti umani. Quelli che ti fanno respirare a fondo e respirare a lungo prima di chiedere: “come stanno i tuoi” a chi è qui e cerca rassicurazioni che non trova.
Quella a cui s’assite da questa parte dell’oceano è una catastrofe di proporzioni bibliche. In una terra che a fatica riesce a tenersi sopra la linea di quel capitalismo avanzato che fagocita tutto, le persone come le risorse. Un abbraccio forte ad ognuna di voi, a tutte, senza distinzione per una volta, almeno per questa volta.