“La Serie A italiana nel futsal femminile è come la Premier League inglese nel calcio a 11, il livello è altissimo”, così in occasione della presentazione della Coppa Italia femminile in quel di Genova ha chiosato il presidente Bergamini.
Era dal montemurriano: “il futsal femminile ha più tesserate del volley femminile” che non si registrava una affermazione con un così alto tasso di provocazione, la vorrei definire così, in uno slancio di cortesia.
Ho cercato di trovare quelle aderenze tra le due competizioni: la munificenza dei proprietari dei club, probabilmente. Il numero delle squadre, venti club attualmente affollano il calendario della massima competizione inglese. Forse le novanta e passa accuse di frode fiscale a carico del Manchester City che così rischia una retrocessione d’ufficio. Forse la presenze sugli spalti di quello che è stato ribattezzato ironicamente l’Emptyhiad. Oppure è l’età media dei giocatori della squadra capolista, l’Arsenal: venticinque anni.
No, ecco. È la presenza di italiane in squadra. Simile a quella dell’Everton Femminile: due. Quella però è la Women’s Super League. Oppure è il professionismo. Chi può dirlo. Sempre per amor di cronaca, non si è mai registrato nella storia del massimo campionato di calcio inglese in tutte le sue definizioni il fallimento di una società apicale. Dal 1992 sono solo tre le squadre espulse dalle leghe professionistiche: Maidstone, l’Aldershot e Bury. Tre i salvataggi in terza divisione lo scorso anno. Come nel futsal italico, identico.
Torniamo al campo. Orfani del mio personalissimo e preferito mescolatore di palline a cui porgo i miei rispettosi saluti, ecco il tabellone dell’unica final eight di Coppa Italia. Quattro compagini già sul tabellone non restava che estrarne le avversarie.
Un Falconara che affronta una Kick Off che in campionato non vince da quattro turni. Le milanesi non hanno mai battuto le marchigiane nei due scontri di campionato.
A seguire un intrigante Francavilla vs Lazio. Due precedenti in stagione, una vittoria tra le mura amiche per le teatine e un pareggio a domicilio, le biancocelesti sono le regine degli upset di Coppa e i loro exploit sono ormai parte della tradizione della corsa alla coccarda di Serie A.
Così come è parte di quel “lore” di Coppa anche l’inabilità del Montesilvano, in tutte le sue denominazioni di ben figurare in una Finals. In campionato contro il Molfetta le biancoazzurre hanno registrato un pareggio in casa e una sconfitta contro il Molfetta.
Capolista che incrocerà il campo contro una VIP. Nell’unico precedente in stagione le ragazze di mister Marzuoli hanno rifilato alle avversarie nove reti, subendone solo tre. L’unica differenza d’organico per le neroverdi è la presenza allora di Castagnaro tra i pali.
Non resta che trasferirsi per una settimana in quel di Genova. Una città che prendendo a prestito le parole di Italo Calvino potremmo paragonare a Despina, meta d’interminabili piste. Appare come una grande nave che vi porterà lontano anche dalla solitudine. È la meta del marinaio, la sua salvezza.