La TV è un media morto

Il 6 Febbraio dell’anno del Signore 2024, tre colossi dell’intrattenimento sportivo tradizionale annunciavano d’aver siglato un accordo di partnership per creare un nuovo soggetto destinato ad offrire servizi di streaming a carattere sportivo.

Fox, ESPN e Warner Bros.
Non tre piccoli streamer con un canale su Kick. Tre colossi dell’intrattenimento globale. Una mossa, nell’intenzione degli attori, destinata a rafforzare la loro posizione nello spazio digitale, in quel media incomprensibile che sta uccidendo i loro guadagni.

Come può un evento macro economico interessare uno spazio micro economico, come quello del calcio a cinque italico? Semplicemente perché tutti gli eventi macro hanno una ricaduta esponenziale sugli spazi micro, semplicemente.

I guadagni di quelli che sono percepiti come media tradizionali, soprattutto in ambito sportivo, negli ultimi dieci anni hanno subito perdite in termini di spettatori e di conseguenza di racconta pubblicitaria così ingenti da creare un parallelismo con quello che è accaduto alla radiofonia quando è arrivata appunto la televisione.

Quando consumate la vostra partita sullo schermo del vostro tablet, smartphone, laptop, home computer, in effetti siete attori di questa rivoluzione. Ogni volta che consumate qualcosa su una piattaforma digitale contribuite al declino irreversibile di un media incrostato dalla sua avidità intorno a vecchio schema anche finanziario.

Quando Amazon prima e YouTube TV poi, si sono presi le partite di football americano, quando la NBA è approdata su Meta Horizon Worlds, quando Nascar, MLB e UFC hanno cercato gli spettatori perduti nei nuovi spazi virtuali, s’è compiuto un passaggio epocale. S’è attraversato biblicamente un Mar Rosso.

Certo lo schema economico, i guadagni di queste piattaforme digitali, sono infinitesimali se comparate ai grandi accordi sui diritti tv degli anni 2000. Quando i Network versavano somme esorbitanti nelle casse delle leghe di sport professionistico per acquisire la possibilità di trasmettere gli eventi sportivi in calendario.

Quel tempo è finito. Eppure per molti dei management industriali dei grandi network questo cambiamento è impossibile da accettare. Perché intacca il loro stesso stile di vita, quello da milionari e miliardari. Così continuano, come nell’accordo tra Fox – Espn – Discovery, a tentare d’adottare un vecchio schema all’interno di uno spazio completamente diverso.

Uno spostamento macro economico che inevitabilmente influenza le micro economie, come quelle degli sport così detti minori. Certo oggi trovano spazio nei palinsesti di network in disperata ricerca di contenuti a buon mercato. Salgono però così su un Titanic destinato a schiantarsi contro l’Iceberg che tutti vedono, ma preferiscono ballare al suono di quell’orchestra almeno una volta.

Nel calcio a 5 italico, Futsal TV è probabilmente l’unico passo intrapreso nella giusta direzione, quella dell’innovazione, seppure parziale. Gli stessi dirigenti della divisione calcio a 5 che sventolano il vessillo di SkySport a fini elettorali, consumano le partite della loro squadra del cuore dallo schermo del loro smartphone durante gli eventi pivotali della stagione di calcio a 5.

Chi nega l’ineluttabilità di questi eventi è destinato a soccombere in termini di raccolta di pubblico. Perché quei numeri, quelli generati dalla “televisione”, sono microscopici se paragonati a quelli che un pubblico potenzialmente planetario può offrire.

La politica non è mai stata volano d’innovazione nell’intrattenimento. L’ha sempre subito, osteggiato e spesso censurato. Non stupisce che governi anche sportivi non ne comprendano la natura. Così diventa più semplice accusare la pirateria per il declino degli spettatori, per l’aumento dei costi e la perdita di ricavi.

Spesso poi s’adotta un nuovo media, incollandoci sopra lo stesso schema di produzione adottato in precedenza in un media più tradizionale, con risultati ovviamente fallimentari. Certo così si conserva quel nucleo di vecchi fruitori ma si fallisce nello scopo fondamentale: attirare nuovi spettatori, futuri nuovi clienti.

La battaglia anche dell’intrattenimento sportivo è per l’attenzione giornaliera degli utenti e non si combatte sui classici network “televisivi”. Non c’è nessuna somma di denaro che porterà chi consuma giornalmente Roblox e sono 70.2 milioni e 216 milioni mensilmente, a guardare la vostra partita delle 12.30 su SkySport – Vattelappesca. Non succede e basta.

Il calcio a cinque italiano sceglie d’essere calcetto, d’accontentarsi di farsi intervistare su un backdrop che riporta il logo di SkySport Italia, di essere ospite nei loro studi. Non c’è alcun biasimo in questo, ognuno sceglie il proprio futuro. C’è però uno scenario lì fuori nel quale oggi, i grandi network televisivi sono costretti a ripensarsi dolorosamente ma poco disposti a rinunciare ancora a quelli che sperano siano grandi futuri guadagni.

Puntano l’Icerberg confidando d’aver spazio sulla scialuppa di salvataggio in funzione della loro importanza, pe tutti gli altri: buona fortuna, ne avrete bisogno.
 

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