Questa mattina, in realtà nella serata statunitense, Open AI ha reso pubblico il report tecnico alla base del loro ultimo prodotto: Sora. Sora è una AI Generativa in grado di creare video partendo da un testo.
Nel report tecnico sono compresi i modelli d’istruzione utilizzati, i parametri di ricerca che comprendono ovviamente i modelli già addestrati di Dalle-E e ChatGPT, nelle loro due ultime interazioni.
In un mondo veicolato attraverso la creazione di contenuti, la continua evoluzione della capacità di computare correttamente non solo testo e immagini ma la complessa mistura che compone un video è una di quelle pietre miliari destinate a segnare un’ulteriore svolta tecnologica.
Sebbene il calcio, sembri piuttosto refrattario alla tecnologia e non solo sul campo ma anche come strumento per la creazione dei contenuti, altri sport invece di temere il confine tecnologico preferiscono varcarlo. Per una moltitudine di ragioni, la prima inequivocabile è: la riduzione dei costi.
Se il calcetto italico rappresenta la retroguardia tecnologica, ancora impelagato tra chiamate “zoom” e televendite, tra post per celebrare eventi triviali e un “servirà il massimo impegno”, altrove c’è una spasmodica ricerca del vantaggio tecnologico.
Sora rappresenta esattamente questo.
Il confine creativo ma non solo. Uno sport minore, un business emergente, una qualsiasi attività che desideri uscire dall’oblio ha l’obbligo di abbracciare e adottare quelle tecnologie emergenti che approdano sul mercato. Per dare letteralmente la caccia ad un pubblico che è altrimenti collocato altrove, ignora completamente del prodotto che intendete vendere.
Cercare di replicare un successo utilizzando strumenti consunti e inseguendo chi opera da una posizione dominante del mercato non è solo da ingenui e palesemente da ID. In ritardo rispetto al mondo, quello che gli corre intorno e gli scompiglia le sopracciglia o il trucco da artisti circensi. Come definire altrimenti quelli che s’ostinano a replicare lo stesso ciclo di contenuti anno dopo anno aspettandosi una crescita che non è mai arrivata.
Se il Sole 24 Ore pubblica un articolo nel quale si rileva come l’utenza social si sia spostata progressivamente su spazi di conversazione online diretti, quindi su spazi di chat e messaggistica, superando seppur di poco quelli che restano incollati ai social, vuol dire che lì fuori accade qualcosa.
Cosa? In ordine sparso accade: Roblox, Telegram, Innerworld, VrChat, RecRoom, Horizon Worlds. Se a questo aggiungete la Augmented Reality, i prodotti in arrivo, i visori in commercio già e quelli che arriveranno. Disney cambia i suoi parchi a temi, rendendoli più digitali e virtuali e lo sport cosa fa?
Discute di arbitraggi, si parla addosso, spesso incensandosi e non si racconta quasi mai. Perché i racconti non posso essere pruriginosi, non devo raccontare la parte oscura. Devo propinare una favola, sempre a lieto fine. Non si perde mai, nel calcetto soprattutto, si vince arrivando secondi, pensate un po’.
Confinati nelle pieghe di una programmazione, quella canonica e televisiva che le nuove generazioni ignorano e quindi eludono con facilità. Ecco un numero sul quale riflettere, circa la sostenibilità come prodotto visivo di uno sport minore, tipo il calcetto a 5.
Il più scarso dei team di eSports, GEN.G ESPORTS ha totalizzato 77.02 milioni, ripeto MILIONI, di ore consumate nel 2023. Da questo numero vengono escluse le statistiche che arrivano dalla Cina perché considerate non affidabili. Quindi escludono circa 2 miliardi di potenziali spettatori.
Settantasette milioni di ore, valgono il decimo posto della classifica delle squadre più guardate, consumate al mondo. Se la Gen.Alpha guarda gli esports non sta certo consumando il contenuto del fuSTal e se non lo fa ora, non lo farà in futuro.
Però c’è il “grande spettacolo del futsal”. Effettivamente è talvolta uno spettacolo straordinario come la finale di Coppa America o la UEFA Champions League quella vera, ma quello è uno spettacolo che cresce e fa proseliti, al di fuori dei patrii confini.