Se c’è stata una novità più rilevante delle altre, in questa due giorni del Social Football Summit è stata la presenza, in crescita rispetto alle passate edizioni, dei creator. Portati nella pancia dello Stadio Olimpico proprio da YouTube Italia.
Una di queste è Lisa Offside. Se non avete idea di chi sia è chiaramente colpa vostra, soprattutto se vi occupate di comunicazione sportiva. Unici non colpevoli nel calcetto a cinque sono i ragazzi del Meta Catania e Vanni Pedrini.
Perché il case study sull’ascesa di questa ragazza partita letteralmente dalla parete della sua stanza rappresenta uno spunto importante per tutti quei creator ancora ancorati, soprattutto nel fuSTal a schemi vecchi come l’intervista doppia.
Lisa ha mosso i primi passi importanti su TikTok, dove oggi conta oltre 140 mila follower, altrettanti su IG, mentre naviga verso i 60 mila su YouTube. Lavorava in banca fino a qualche anno fa, dopo una laurea in economia e management.
Stretta in un ambiente che non sentiva suo, inizia a strutturare l’idea di parlare di calcio e di numeri, integrando i due aspetti. Decide così di inviare il suo curriculum a tutte le squadre di A e B, di calcio a 11, ovviamente.
In attesa di una risposta che non sembra solo tardare ma non arrivare, ecco che le balena l’idea di mettere qualche video su YouTube: “magari si apre qualche porta”. Se ne sono aperte alcune.
L’idea di parlare di fantacalcio, utilizzando loschema: “le dieci cose che dovete sapere” che su YouTube funziona dannatamente bene dal 2009, da sempre quindi. Le sue doti di sintesi e la capacità di bucare lo schermo fanno il resto.
Pochi frame, ottima capacità comunicativa e così il traino di TiKTok fa il resto. Lisa diventa una content creator. I momenti di svolta sono due. Il primo è quando una pagina IG con oltre un milione di follower le chiede di diventare il loro volto.
Il secondo arriva quando l’agenzia, alla quale si è affidata, le propone di lasciare il suo lavoro in banca e la sua stanza per provare insieme a costruire un brand.
I suoi contenuti inevitabilmente mutano, diventano anche quelli che qualche anno fa si sarebbero definiti “vlog”. Sono racconti di viaggio, per seguire la sua squadra, una partita di Champions League. Arriva la collaborazione con Panini, Prime Video e i suoi contenuti ovviamente s’arricchiscono anche a livello di qualità della produzione.
C’è una lezione, anzi forse più d’una per il futsal italiano, nella storia di Lisa Offside. La prima è ignorare e dimenticare la pervicacia con il quale da anni, forse troppi, il calcetto a cinque insegue un modello di comunicazione vetusto che sfiora l’integralismo religioso.
A nessuno interessa cosa ha da dire quel giocatore o quell’allenatore a meno che non sia Mazzarri, Spalletti, Allegri o Mourinho. Le avete mai ascoltate le interviste di Inzaghi e Pioli? La noia di Milano, sono più irritanti della nebbia.
Eppure il calcio a 5 italiano non si discosta dall’auto erogena intervista inginocchiata prima o dopo la partita. “Questo è quello che la gente vuole” è la più grande bugia che si racconta nel calcio a 5 italiano e i suoi numeri striminziti sono lì a testimoniarlo.
Lisa Offside è uno dei mille possibili case study da imitare. Credo che nel calcio a 5 non manchi il talento per farlo, manca il coraggio e la visione d’un futuro che non è l’immanenza della prossima tornata elettorale.