All’ennesima intervista nel calcio a 5 italico, al panchinaro di turno, circa il prossimo impegno della sua squadra mi chiedo quante volte è stato intervistato Giacomo Stabile in questa stagione. Chi è Stabile, è uno di quei giocatori che stabilmente, s’accomoda sulla panchina dell’Internazionale Milano. Serie A.
Nel calcio, quello professionistico a 11, nessuno ha interesse nel leggere l’opinione di un giovane ma nemmeno quella di Di Gennaro, circa gli eventi che condurranno l’Inter al prossimo “Derby d’Italia”. Perché dovrebbe interessarci da fruitori, le impressioni di uno che guarda la partita da seduto con indosso una pettorina.
Nel calcetto a cinque italiano invece, si promuove una diversa narrativa. Si chiede a giocatori che al massimo sono caduti in campo dalla panchina, cosa si aspettano dalla prossima partita. Giocatori che talvolta non c’è nemmeno bisogno che facciano la doccia post incontro.
Qual è interesse che potrebbe generare verso un pubblico che non è ristretto ai consanguinei? Nessuno. Spesso lo si fa semplicemente per conferire una rilevanza posticcia a giocatori che se non ci fossero gli unici ad accorgersi dell’assenza sarebbero gli ufficiali di gara, quando esaminano la distinta incompleta.
C’è anche di peggio. Nella comunicazione del calcetto a cinque capita di leggere anche l’intervista al fisioterapista, al preparatore o allo sponsor di turno. Il signor Mapei viene intervistato perchè non è solo lo sponsor del Sassuolo, ne è il proprietario. Nel calcio il preparatore o il medico sociale sono chiamati in causa se c’è una recrudescenza degli infortuni oppure se c’è qualche caso di doping.
Altrimenti nessuno sa nemmeno chi siano. I personaggi alla Carmando con la sua spugna magica capace di far tornare a giocare Diego Armando Maradona è un caso appunto unico. In nessuno sport di alto livello capita qualcosa del genere. Non credo che in NBA si sappia nemmeno chi sono e nella NFL assurgono alla ribalta solo se sono donne molestate da un atleta.
Ci sono appunto mille modi e strumenti, per integrare e innovare una comunicazione sportiva che la sovraesposizione per i grandi sport, l’intenso consumo che ne fanno gli utenti ha reso stantie le vecchie norme di comunicazione.