Offside Football Film Festival

Se siete a Milano, avete anche solo la passione per il calcio, non potete mancare all’Offside Football Film Festival. In realtà è iniziato ieri e ad essere davvero precisi potete seguirlo anche online. Per quelli nella città meneghina oppure negli immediati dintorni, l’ingresso alla Fabbrica del Vapore, sede del festival, è gratuito.

La possibilità di seguire la rassegna direttamente online ha un costo. Perfettamente giustificato non solo dall’ampiezza della rassegna cinematografica ma dall’ampio programma di talk e incontri presenti nel calendario della manifestazione.

Una manifestazione indipendente con oltre 20 docu-film in programmazione e un panel di ospiti che spaziano dal realtà affermate fino agli spazi conquistati dalle realtà emergenti. Quattro giorni molti intensi che rappresentano tra le poche occasioni offerte anche agli addetti ai lavori per relazionarsi al di fuori del contesto strettamente professionale.

Gioverebbe molto anche a chi scrive, parla e produce contenuti per il futsal. Questo calcetto inchiodato alla sua croce mediatica da format antidiluviani. Dalle dirette zoom su Facebook , al suo sfacciato onanismo sportivo e decisamente impegnato ad utilizzare ogni luogo comune possibile che permetta di raccontare solo il nulla.

Alla Fabbrica del Vapore ci si interrogherà sul futuro del podcasting, dello sport che s’ascolta. Oppure di come produrre contenuti calcistici muovendosi all’interno di sempre più draconiane norme di diritti d’autore legati al mondo del pallone.

Potrebbe essere utile cercare d’aggiornarsi. Sfruttare la propria curiosità per proiettarsi davvero verso il futuro della narrazione sportiva che no, non passa dalle noiosissime interviste pre e post partita.

Mi viengo alla mente le parole di Bill Simmons: “Insomma, che cosa otteniamo da questa roba. Quante volte hai sentito qualcosa che ti ha fatto esclamare: Wow! Wow! Questo sì che è un momento cruciale. È tutto così maledettamente stupido! Perché continuiamo a farlo?”.

Oppure ci ritroviamo a leggere ancora dell’ennesimo sogno a cinque cerchi, continentale o iridato. Sebbene il calcetto a cinque dimostri sempre di non avere memoria alcuna, continuare a raccontare che “se qualcuno compra una Ferrari, noi potremmo anche guidarla” senza menzionare che quel qualcuno è ignaro dell’avvenimento e che non c’è nemmeno un garage dove metterla, suona un po’ come quelle favole scritte male e raccontate peggio.

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