Caffè Corretto – Pink October

C’era un calcio a 5 femminile che non si mobilitava solo a parole, durante il mese dedicato alla raccolta di fondi per la ricerca sul cancro al seno. Acquistava lacci rosa, da usare sulle scarpe da gioco, era vivo e meno ripiegato su se stesso.

Non si preoccupava troppo di un “daremo tutto”, “bisogna diminuire gli errori” e “l’acqua è bagnata”. Era sinceramente interessato a qualcosa al di fuori di se stesso, forse addirittura a proiettarsi oltre un limite numerico e geografico.

È tornato a raccontarsi con la solita retorica. Quella che permette a squadre con debiti pregressi d’iscriversi ai campionati. Ad altre di racimolare 1 punto in tre partite con la stessa disinvoltura d’aver mietuto nove punti. Facendo rigorosamente finta di niente. Salta la prima panchina della A femminile, davvero la responsabilità è tutta dell’allenatore oppure paga quello che si può sollevare dall’incarico con più facilità?

Nel maschile non va meglio. Ci si congratula per un passaggio del turno di UEFA Futsal Champions League contro squadre di nazioni che si fa fatica a trovare anche con Google Maps. Esattamente come se si fosse usciti vittoriosi da un girone con Barcellona e Sporting Lisbona. Si tratta onestamente più di un missione compiuta che punta ad un minimo sindacale imprescindibile, se proprio avete voglia di usare dei luoghi comuni calcistici.

La narrativa sportiva del futsal è così lontana dall’essere capace di sollevare e mobilitare l’interesse da far sembrare “le due orfanelle” (film muto del 1921) una opera di Christopher Nolan. Le avete mai lette le dichiarazioni pre-partita? Sarebbero perfette per la rubrica Ipse-Dixit di giallappiana memoria.

Perché non ci si interroga sui tre pareggi in quattro partite del nuovo Napoli di Colini? Cosa ci fa il Sala Consilina lassù in classifica? Risposte a queste domande potrebbero interessare un ipotetico lettore occasionale che si ritrova nel feed una notizia di questo strano sport che sembra il calcetto ma si fa chiamare futsal.

Non c’è trading emotivo tra appassionato e la disciplina. Così al lunedì nei bar di tutta Italia si parla di Pioli e di come sia stato possibile farsi rimontare due gol dal peggior Napoli possibile. È un gioco delle parti dal quale non ci si può esimere se lo scopo finale è destare l’attenzione del pubblico.

Ma questo costituisce davvero un interesse del futsal italiano?

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