In tutti gli ambiti della vita compiamo scelte affidandoci ai numeri. Compriamo un nuovo smartphone? Vogliamo sapere quanto è veloce il processore, quanti megapixel ha la camera sul retro. Acquistiamo una macchina? Ci interessano i consumi e le prestazioni. Tutti valori basati sui numeri.
All’improvviso però quando ci avviciniamo alle discipline sportive agonistiche, l’importanza dei numeri sembra svanire, vanificata dal sentimento, dall’istinto anche di chi non ha idea di quello a cui assiste, di quelli senza esperienze agonistiche pregresse.
“È forte”. L’aceto è forte, perché perfino per misurare la piccantezza degli habanero esiste una scala, con dei numeri. Il calcetto a cinque italiano è pervaso ancora dagli assaggiatori di aceto. Da quelli che s’affidano la valutazione di un giocatore, al numero di gol che realizza, oppure ad un dribbling ai danni di un conetto segnaletico.
Anche per sconfiggere l’esoterismo nella valutazione della prestazione sportiva la Divisione Calcio a 5 ha messo a disposizione delle squadre di Serie A gli strumenti di Bepro. Che analizzano tutta una serie di dati attraverso i quali e possibile analizzare gli aspetti del gioco.
Se vi dicessi che c’è una squadra di Serie A che nelle prime tre giornate ha tirato nello specchio della porta una media di 154 volte nei quaranta minuti, voi direste “brava squadra che attacca”. Ma se aggiungessi che solo 45 di quei tiri, quindi meno di un terzo, finiscono effettivamente nello specchio della porta avversaria, iniziereste a pensare che quella squadra ha qualcosa da sistemare.
Aggiungerei poi che non stupisce il rilevamento che mostra solo 10 gol realizzati in media ogni 40 minuti. Ma sono comunque tanti vero? Sbagliato, ancora.
C’è una squadra che ha tirato in media 84 volte in direzione della porta, 34 di quei tiri erano nello specchio. Ha realizzato una media di 13 gol ogni 40 minuti. La sua efficienza, lo dicono i numeri, e di circa un 1 gol ogni 3 tiri. Contro 1 gol ogni 5 tiri dell’altra squadra. Senza dimenticare l’abilità di non regalare il cambio di possesso all’avversario.
Il sistema d’analisi di Bepro è un’autentica miniera d’oro, lasciata praticamente abbandonata dagli stregoni del calcetto a cinque italiano, quelli di “quel giocatore è forte” seguita da una spiegazione tale da far sembrare Mosè che apre le acque del Mar Rosso una teoria scientifica.
Minatela quella miniera, fatevi questo favore. Lì ci sono più risposte che domande, più certezza che leggere il futuro delle squadre nei fondi del caffè, anche corretto. Sicuramente è un ausilio, aggiungo prezioso, nella valutazione della prestazione sportiva, anche in funzione della monetizzazione della stessa.
Il calcio s’è mosso, finalmente, nella direzione di una raccolta e analisi della prestazione sportiva. Iniziando un processo scientifico che permetta d’analizzare oggettivamente la complessità di una partita. Quando il calcetto deciderà di diventare futsal e abbandonare l’interpretazione intestinale dell’evento? Gli strumenti ci sono, usateli.