L’esperienza della Major League Baseball

Direttamente dal divano di casa, meglio dire dall’open space in cui c’è anche il divano. Tutto inizia un mattino di questo ottobre che fa segnare ancora ventisette gradi di temperatura nonostante il cielo sia sempre carico di nubi.

“Ti va di andare a Saint Louis?”. Il generale mi guarda perplesso poi gli agito sotto il naso il Meta Quest 2, in attesa dei saldi natalizi per acquistare il Quest 3. “Quello di cui mi parlavi ieri?”. “Esattamente”. Diciamo che il soggetto cavia non corrisponde alla demografica di riferimento per questo prodotto, tuttavia vale la pena provare.

Indossa e subito si guarda intorno. Una delle postazione è lungo la linea di prima base, letteralmente nella fossa dei fotografi davanti agli spalti. La partita è Cardinals – Mets. Tutte le partite della MLB disponibili sulla tv della lega hanno la possibilità di essere fruite con “VR 360”. Se non siete però abbonati al servizio ne sarà disponibile solo una al giorno.

Tre posizioni di ripresa, dietro casa base, lungo la linea di prima base o di terza base. Il generale istintivamente si gira e guarda alle sue spalle, perché sulla panchina della squadra di casa ballano alcune cheerleders e le due mascotte dei Saint Louis Cardinals.

Attraverso un menù è possibile accedere a tutta una serie di informazioni sui giocatori in campo, che appaiono sovraimpresse alle riprese. Un progetto questo che ormai veleggia con successo verso il suo quinto anno di produzione. Di recente adottato anche dalla NBA.

La Major League of Baseball non s’è fermata qui. Quest’anno ha debuttato una nuova interazione del suo stadio virtuale. Il suo nuovo Virtual Ballapark, accessibile solo negli Stati Uniti, quindi collegatevi usando una VPN, è pensato come uno spazio virtuale al quale assistere agli incontri della MLB.

Invece di portare i tifosi allo stadio, la MLB ha deciso di portare lo stadio dove sono i tifosi. Questo non è il futuro degli sport, è il presente. Seguiranno presto il medesimo tragitto anche altre leghe professionistiche. Lo studio che ha realizzato il Virtual Ballpark ha sede a Londra. Collabora già con alcune realtà calcistiche interessate allo stesso tipo di progetto.

La Premier League e tra le leghe europee di calcio con il maggior seguito al di fuori dei confini nazionali. Rendere l’esperienza accessibile attraverso uno strumento diverso dal recarsi sul posto, permette di fidelizzare la fan base.

La spinta verso tecnologie immersive divarica il gap dello spettacolo offerto dalle discipline così dette minori e i grandi eventi sportivi. “Vuoi mettere l’esperienza dal vivo?” è una delle domande più sciocche di sempre. Nessuno pensa di sostituirsi all’evento allo stadio.

Non credo che però in molti siano quelli che possano dire di aver visto una partita all’Old Trafford, a Wembley (quello vero non la copia di adesso), nell’ormai demolito Highbury oppure a White Hart Lane. Per non citare stadi sudamericani, ancora più distanti geograficamente dalle mete consuete del calcio moderno.

Un po’ come il cinema, va consumato in sala, ma se non puoi andare, Netflix va benissimo. Cosa offrono invece gli sport minori: riprese con lo smartphone, connessioni traballanti, strutture essenzialmente inadatte? La nostalgia per un romanticismo sportivo che non è mai davvero esistito lascia che chi ha idee si mangi quel poco della torta dell’intrattenimento lascia ai poveri sport minori.

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