Non fingiamoci indignati

Il diciannove gennaio del duemila ventitré la procura federale sportiva italiana comminava pesantissime squalifiche per tre giocatori di calcio a 5: Caio Junior, Jorginho e Thiago Grippi.

– per il sig. Borges Fonseca Caio Junior, anni 4 (quattro) di squalifica;
– per il sig. Fernandes Rodrigues Dos Santos Jorge Henrique, anni 4 (quattro) di squalifica;
– per il sig. Thiago Polcaqui Grippi, anni 4 (quattro) di squalifica;

Sul calcio a 5 irrompevano le scommesse a condizionare le partite, di nuovo e non sarà l’ultima, nei campionati di Serie A e Serie A2 maschili. All’epoca furono anche penalizzate le società per le quali erano tesserati gli atleti: Olimpus Roma e Todis Lido di Ostia.

Ultima giornata del campionato di Serie A, terminata 1–1. Secondo gli inquirenti era stato combinato dai tre tesserati, scommettendo sul risultato esatto della gara.

C’è chi ricorderà la presunta abitudine a scommettere sulle partite del Pescara Calcio a 5 denunciata da Iannascoli jr. di alcuni suoi tesserati, che pare allora cercassero di raccimolare qualche soldo visto che non ricevevano rimborsi. Dichiarazioni che allora non ebbero alcun seguito a livello d’indagine.

Lo sport dilettantistico è quello probabilmente più esposto ai rischi connessi con le scommesse sportive proprio degli atleti ma non solo, cosa impedisce ad un presidente di scommettere sul risultato della propria squadra? Tra l’altro legalmente.

Probabilmente con una scommessa ben piazzata un atleta dilettante può risolvere un problema economico impellente, risolvere una carriera che non è mai decollata. L’occasione rende l’uomo ladro, recita l’adagio popolare.

Ci potrebbe essere un presidente che prima di chiudere la squadra decide di rientrare con una scommessa ben piazzata dei soldi gettati nel pozzo nero del calcio a 5, una suggestione no? Vero?

Niente che possa allertare i servizi di controllo dei flussi delle scommesse regolari di cui usufruisce anche la Divisione Calcio a 5. Sempre che come Zaniolo non lo facciate su worldgame365.me e per poi cadere dal proverbiale pero quando gli investigatori della finanza vi dicono che è un sito illegale. ME come suffisso non lo ha allarmato.

Sicuri che nello sport dilettantistico 4 anni di squalifica siano un deterrente sufficiente a scoraggiare una combine con in palio, butto lì una cifra, 300 mila euro? Esigibili in comodi rolex come ha fatto Tonali.

Ma anche aggiustarsi una salvezza, l’anno prossimo si chiude tanto vale far mantenere la categoria all’avversario di turno. Tutto questo senza l’ausilio di chat Telegram, di app costruite ad hoc. In pieno Doni style, Cristiano l’ex capitano storico dell’Atalanta.

Lo sport agonistico a qualsiasi livello ha ceduto la propria verginità culturale, emotiva e retorica il giorno che ha accettato che si scommettesse sul risultato. Tutto il resto è rumore di fondo, populismo e un pizzico d’invidia.

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