Eppure molte delle anime del futsal femminile continuano a percepire la decisione della FIFA come una concessione. Sebbene all’atto pratico lo sia, almeno a livello normativo. La FIFA di Infantino annuncia un Mondiale di calcio su due continenti e sei nazioni, quindi costituisce una operazione da trafiletto di pubbliche relazioni inserire una buona novella.
In un contesto avaro di buone notizie anche quelle piccole vanno festeggiate. Confido che questa notizia ponga termine alla vulgata che il Brasile femminile di futsal ha vinto il mondiale, visto che come asserisce la FIFA quello che si disputerà nel 2025 sarà il primo in assoluto. Vincere tornei organizzati in posti esotici ma anche sotto casa non rende campioni di nulla.
Il mondiale di futsal femminile, si farà. Per il dove e il come è tutto ancora da decidere. Il formato a sedici squadre e l’assegnazione dei posti rispecchia uno schema molto calcistico. Tre posti all’AFC; CAF: 2; Concacaf: 2; CONMEBOL: 3; OFC: 1; UEFA: 4; uno al paese ospitante.
In rigoroso ordine FIFA: tre posti all’Asia quindi. Iran, sicuramente. Giappone e poi una delle tigri d’asia, a scelta libera. Due posti alla confederazione dei paesi africani, Marocco e azzardo Egitto ma non mi sorprenderebbe una nazionale ad alta tradizione calcistica al femminile. Due posti alle nordamericane, non crediamo vero che gli USA non trovino 12 calciatrici capaci di suolare un pallone? Quindi resta un posto libero da giocarsi tra Canada e Messico.
Tre posti per il Sudamerica, uno è del Brasile, il secondo dell’Argentina, poi c’è una fila di pretendenti sulla carta tra le quali spiccano Colombia, Venezuela, Paraguay. C’è un posto per l’Oceania, quindi Nuova Zelanda o Samoa, così per amor di discussione. Quattro posti per l’UEFA.
Due dei posti europei sono già assegnati, ammettiamolo: Spagna e Portogallo. Ne restano due a disposizione. Italia, Polonia, Finlandia, Svezia, Ucraina e Slovenia. Le prime che mi vengono in mente. Ma volete che la Francia come per gli Stati Uniti non trovi nel suo centro sportivo federale di Lione dodici giocatrici di calcio che riescano a destreggiarsi su un campo più piccolo e una superficie diversa?
Fatico a ipotizzare una nazionale tedesca o inglese competitive. Le rispettive federazioni considerano il futsal un costoso hobby riservato nel caso teutonico a lavoratori part-time e nel caso inglese a giocatori di strada, nell’accezione però anglosassone del termine.
Non resta che attendere il paese che s’accolli i costi di una manifestazione mondiale di futsal femminile. Probabilmente l’incognita al momento più grande. Se dovessi azzardare una collocazione geografia sceglierei la penisola arabica. Per una questione geopolitica ed economica.