Francia: Futsal Project

Philippe Diallo è un nome che probabilmente vi ricorda qualche giocatore di calcio francese. Probabilmente qualche mediano di rottura, di quelli che hanno fatto la fortuna di tante squadre sulla scena internazionale.

In questo caso però Diallo è il potentissimo presidente della FFF, la Federcalcio francese. Eletto con una maggioranza bulgara del 91,6 per cento. Ha raccolto intorno a sé la quasi totalità dei 200 elettori. Ecco la prima differenza, con la Federazione Italiana Giuoco Calcio.
La FFF nomina il suo presidente che non deve cercare poi l’approvazione di altre entità come accade in Italia, in precario equilibrio tra Associazione Arbitri, LND, Allenatori e Giocatori.

Una struttura manageriale più che politica permette quindi a Diallo, di scansare con eleganza le domande su Thierry Henry e la panchina dei Blues e lanciare un progetto che prevede nei prossimi due anni un investimento nel futsal di 18.4 milioni di euro.

L’anno scorso avevo avuto la possibilità di fare una chiacchierata con Raphaël Reynaud, seduto proprio in questa occasione al fianco di Diallo, circa lo sviluppo della loro Academy nazionale. Mi aveva raccontato del centro federale di Lione, della filosofia che influenza la scelta e l’addestramento sportivo dei giovani atleti francesi.

L’intenzione della FFF era quindi cosa nota, l’ammontare dell’investimento può sorprendere solo quelli meno attenti. Da alcuni mesi circola un rapporto dell’ECA che l’associazione dei club europei presieduta da quel Nasser Al-Khelaïfi a capo del fondo sovrano del Qatar, ha tentato di tenere nascosto.

Almeno fino a quando non è approdato sulle pagine “onion” di Football Leaks. La demografia del consumatore di calcio invecchia ad un ritmo insostenibile per il business. La Premier League catalizza tutti gli investimenti anche televisivi. Seicento pagine che raccontano di una apocalisse di pubblico che non è solo altamente probabile, sta già accadendo.

Tutti quelli che l’hanno letta ora sono alla ricerca di una scialuppa di salvataggio. Un contratto in Arabia Saudita, uno in Premier League o un approccio differente alla disciplina. La FFF pensa che il futsal possa aiutarli a fermare l’emorragia di interesse, ad impiegare meglio i ragazzi e le ragazze che vengono cresciuti nel centro sportivo federale.

Il progetto francese non è solo una elargizione consistente di denaro. Comporta nuove regole, come quella che prevede una licenza dal costo di 50.000 euro per partecipare alla prima divisione, richiesta dai club sostenuti dalle società di calcio di Ligue 1. Lo scopo è impedire che avventurieri in cerca di una facile notorietà tornino a fare capolino come nel passato.

Inoltre, impianto di proprietà con una gestione almeno decennale ed esclusiva. L’accordo con la UNFP (l’assocalciatori francese) e una con FIFPro per la supervisione e la gestione degli accordi economici tra entità sportive e atleti. Una garanzia finanziaria a totale copertura degli importi degli ingaggi della stagione, una sorta di salary-cap in salsa transalpina.

I diciotto milioni di euro che la FFF di Diallo è decisa ad investire non sono quindi a fondo perduto. Sono un sostegno alla disciplina a patto che i club facciano la loro parte. È il tentativo di riportare la Gen Z intorno ad un campo dove c’è un pallone che rotola.

La Francia dispone di un immenso bacino d’utenza, al maschile quanto al femminile. Diallo è sicuro che questo progetto possa rendere competitiva la Francia anche a livello di nazionale nel giro di due soli anni. L’obiettivo e qualificarsi per i prossimi Europei di futsal con la nazionale maschile e con quella femminile.

Sicuri che l’Italia debba preoccuparsi solo di Finlandia, Spagna e Portogallo?

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