I calciofili conosceranno già Francesco Ghirelli, per tutti gli altri si tratta dell’ex presidente della Lega Pro dimessosi lo scorso dicembre. Ha finalmente deciso di far sentire la sua voce. L’ha fatto in una chiacchierata esclusiva con Il Corriere della Sera.
Senza fronzoli o ciance, Ghirelli ha spiegato la situazione. “Eravamo il campionato più bello del pianeta, ma stavamo in piedi grazie alle plusvalenze. Non ci siamo mossi, non ci siamo riformati, e ora la frittata è fatta. Come dire, ci siamo girati dall’altra parte. Ecco il risultato.”
Ma non è finita qui. Ghirelli ci ha servito un po’ di numeri da capogiro. “Ogni anno bruciamo 1,3 miliardi, la Nazionale non si è neanche fatta vedere agli ultimi due Mondiali, i giovani calciatori sono rari (più delle apparizioni di Babbo Natale ndr), e poi strutture sportive fatiscenti e stadi (che sembrano usciti da un vecchio album di figurine ndr)”. Non so voi, ma a me questa situazione inizia a puzzare di pasticcio brutto dei nostri tempi.
Ma l’ex presidente non si è fermato qui. “Nel calcio italiano siamo ancorati a chissà quale epoca passata: se accenni ai playoff o a una nuova formula per la Coppa Italia, ti guardano come se avessi tre teste. Tutto è solo per far cassa.”
E che dire della nuova ondata saudita? Ghirelli è più chiaro di un bicchiere d’acqua: “Stanno facendo quello che gli imprenditori europei e italiani facevano fino a poco tempo fa. E ora tutti a criticarli, come se fossero gli alieni. Invece, potremmo prendere spunto da loro e trasformare tutto questo caos in una vera opportunità di rinnovamento.”
L’avvertimento di Ghirelli è stato forte e chiaro: o il calcio italiano si sveglia o tra dieci anni sarà solo un fantasma del passato, un pallone solo per nonnini nostalgici. Guarda un po’, ci ha anche fatto una rivelazione: “Dopo Italia-Macedonia, sono andato da Gravina e gli ho detto: “Non sono qui per parlare dell’eliminazione dal Mondiale, ma per dirti che entro tre mesi ci vuole un piano concreto per far rinascere il calcio giovanile in Italia.”
Per finire in bellezza, Ghirelli ha sparato ad altezza d’uomo anche sulla scelta dell’Italia di unirsi alla Turchia anziché sfidarla per l’EURO 2032. E senza peli sulla lingua: “Vogliamo metterci a nudo? La candidatura per gli Europei era in pericolo, grossissimo pericolo. E il motivo? La nostra incapacità di dare una rinfrescata agli stadi. Siamo rimasti gli ultimi della classe in questo e non capiamo come fare il salto di qualità. Sapete cosa mi fa arrabbiare? Quella sensazione che stiamo accettando il nostro status quo senza battere ciglio.”
Se il calcio e la sua mostruosa macchina da soldi in Italia è in così grossa difficoltà e non solo economica e strutturale, quali opportunità o quali preoccupanti scenari si aprono davanti ad una disciplina come il calcio a cinque. Le due realtà quella calcistica e quella del futsal in Italia sono annodate senza speranza di liberarsi ai due colossi calcistici, quello che regola e guida i dilettanti della LND e quello ancora più importante della Federazione Italiana Giuoco Calcio.