La Real Federación Española de Fútbol (RFEF) lunedì scorso ha reso ufficiali gli importi a sostegno del programma Avance 27, che rappresentano un’ingente iniezione economica per i club della Primera e Segunda División maschile. Questi avranno la possibilità di spartirsi un totale di 4 milioni di euro, coordinato con la cessione di asset pubblicitari alla RFEF.
L’innovazione risiede in questa seconda opzione. A seguito della cessione retribuita di asset, la Federazione garantirà 100.000 euro per stagione ai club della Primera División e 60.000 euro a quelli della Segunda División. A patto che sia la RFEF a gestire gli asset pubblicitari delle squadre di club.
Il programma Avance 27 è pianificato per attraversare temporalmente il prossimo triennio. Tra gli obiettivi dichiarati i soliti che ruotano intorno alle discipline minori: promuoverne la conoscenza e innalzare la sua rilevanza sociale.
Avance 27 inoltre con il suo cospicuo apporto finanziari contribuirà a consolidare lo status finanziare dei club. Gli investimenti aumenteranno fino a raggiungere i 160.000 euro per i club della Primera División e 60.000 euro per la Segunda División; inoltre, verrà fornito un contributo di 400.000 euro per la produzione televisiva in TDT (Terrestrial Digital Television).
Tra gli altri aspetti non secondari del programma c’è un ausilio all’occupazione, l’assistenza sanitaria garantita anche nelle emergenze. Il supporto alla produzione televisiva di categoria e alla creazione di programmi specifici. A fronte però di richieste specifiche che vanno progettate e presentate prima di ricevere l’eventuale sovvenzione.
La cessione volontaria verso la RFEF degli asset pubblicitari per i club della Primera División di calcio a 5, sia maschile che femminile, interesseranno gli spazi intorno al campo e nell’area televisiva, o le pubblicazioni sui social media che promuovano le trasmissioni delle partite che avverranno tramite OTT (Over-The-Top).
Potranno inoltre essere ceduti volontariamente diversi diritti audiovisivi. Come interviste ai giocatori nei giorni precedenti le partite e il giorno della partita. Accesso delle telecamere autorizzate agli spogliatoi e ad altre zone dell’arena. Il tutto al fine di garantire che le trasmissioni delle partite offrano una più alta qualità allo spettatore.
Tutto questo si traduce per i club in una iniezione di denaro nell’ordine dei 100.000 euro per stagione e nel caso della Seconda Divisione maschile, l’importo potrebbe raggiungere i 60.000 euro.
In Spagna. Qui in Europa. Proprio sull’altra sponda dell’Adriatico, verso ovest. Non in una qualche lega americana “irriproducibile” come modello. Non con i gas-dollari kazaki o indonesiani. La RFEF, l’equivalente della FIGC, si offre di essere il collettore di pubblicità per l’intera lega di calcio a 5. Gestire professionalmente quelli che sono gli aspetti di promozione anche finanziaria dei club.
Centosessantamila euro non cambiano la vita di club abituati a spenderne due di milioni di euro per competere ad alto livello. Rappresenta però una voce d’entrata stabile per una disciplina sportiva che è un “vuoto a perdere” e forse nemmeno quello, perché quanto riportate i vuoti due spicci ve li tirano anche dietro.
Creare un circuito finanziario virtuoso che si basi sulle solide relazioni tra gli sponsor e il prodotto che scelgono di pubblicizzare è indispensabile se si vuole non solo garantire la sopravvivenza di una disciplina minore ma provare a renderla economicamente vantaggiosa.
Chiedetevi quanti club di prima divisione spagnola di calcio a 5 non si sono iscritti alla Primera División anche avendone diritto. Ecco ora fate la stessa operazione con la Serie A maschile di calcio a 5. Il primo passo per risolvere un problema è riconoscere di averne uno. Grande. Di competitività e non solo.