Quanto vale il Mondiale di calcio femminile

Nel 1995 in Svezia le partecipanti al mondiale femminile di calcio erano ancora 12. Il numero salì a 16 per le 4 edizioni successive fino al 2011. Fino a raggiungere le 24 squadre in Canada nel 2015 e nell’ultima edizione giocata in Francia nel 2019. Si è quindi giunti alle 32 squadre di quest’anno.

Sicuramente un mondiale cresciuto negli ultimi 28 anni. Calcisticamente un trentennio è attraversato da almeno due generazioni di atlete. Segno che la crescita della disciplina non è certo esponenziale ma piuttosto geometrica. Lenta quando inesorabile, anche se a scapito della qualità dello spettacolo per ora confinato a poche partite.

Un Mondiale per il quale la FIFA ha messo a disposizione un montepremi totale di 110 milioni di dollari. Un significativo aumento rispetto ai 30 milioni di dollari dell’edizione 2019 ma ancora distante dai 440 milioni di dollari che la FIFA ha stanziato per l’ultimo Mondiale maschile giocato in Qatar lo scorso anno.

La disparità del montepremi viene spiegata così dallo stesso Infantino: “Il salario della calciatrici a livello globale è circa di 14000 dollari e con questo modello sicuramente vi sarà un impatto importante sulle vite e sulle carriere delle giocatrici.” In buona sostanza: guadagnate poco già di vostro, non lamentatevi.

È pur vero che il mercato del calcio femminile in termini di promozione di brand è considerevolmente ridotto rispetto a quello maschile e palesemente inadatto ad alcuni mercati molto remunerativi. Non solo per una questione di genere. Se si fa eccezione per il brand della nazionale americana femminile, a livello mondiale la nicchia del calcio femminile non rappresenta un mercato remunerativo.

Rappresenta però un investimento sicuro per le pubbliche relazioni e non particolarmente oneroso. Tanto che nel 2019 in Francia la federazione vincitrice guadagnò 4 milioni di dollari mentre in questa edizione riceverà 4,29 milioni di dollari. Soldi arrivati direttamente dalla FIFA nell’ambito di una serie di operazioni di marketing che tentavano di coprire gli scandali che stavano coinvolgendo i vertici della stessa FIFA.

Resta spinosa la questione dei diritti tv. Dall’Italia sono pervenute offerte 200 volte inferiori a quelle inviate per i diritti del campionato del mondo maschile. C’è voluto in intervento politico per evitare che nessuno trasmettesse le partite della nazionale di Bertolini. Sebbene il livello dello spettacolo negli ultimi dieci anni sia aumentato, resta per la stragrande maggioranza delle partite, uno spettacolo di gran lunga inadatto all’enorme pubblico di appassionati adusi a guardare il calcio al maschile.

Se questo è un discorso che vale, in assoluto per i migliori talenti del pianeta a livello calcistico femminile, c’è da interrogarsi quali siano le prospettive reali del futsal femminile. Quali errori già commessi dal calcio femminile da non ripetere e quali le lezioni invece, da mandare a memoria.

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