Torna il Montesilvano

Scompare definitamente dalla scena del futsal nazionale il Pescara. La squadra femminile cambierà nome: Montesilvano. Avrà nel patron Luciano Mazzocchetti, il ds Gabriele D’Egidio e l’amministratore Toni Colatriano le figure principali. Tornerà a disputare gli incontro di casa nello storico Palazzetto Corrado Roma di Montesilvano. L’Academy si sposterà al Pala Senna di Montesilvano. Questi sono i fatti, come riportati anche dal quotidiano locale “Il Centro” e non sono in discussione.

Si interrompe così un legame anche solo sentimentale e cromatico con il capoluogo abruzzese, che sebbene per la femminile non abbiamo portato tifosi sugli spalti, per la maschile aveva creato un tenue collegamento con una piccola parte della giovane tifoseria del Pescara Calcio.

Apprezzabilissimo in quel Pescara anche lo sforzo di rinnovamento cromatico e d’immagine. Nuovo logo, nuovo disegno delle maglie. Spero vivamente non torni ora l’orribile gabbiano emaciato e moribondo, disegnato con paint, che era il simbolo di uno dei “fù Montesilvano”. Non vorrei nemmeno rivedere apparire la “bambina con il palloncino” di Bansky.

Non perché non sia una delle opere più famose del misterioso artista inglese, semplicemente perché non ha nessuna attinenza con la pratica agonistica sportiva e più con un evento emo-mondano.

Peccato perdere quei colori. Il biancoazzurro in città, in un spazio geografico che considera Montesilvano una estensione del territorio metropolitano di Pescara, ha un significato definito da eventi sportivi, per generazioni anche giovani di appassionati di calcio.

Quelli sono i “miei” colori in maniera inevitabilmente campanilistica. Diversa dall’incondizionata passione viscerale per la squadra del cuore. Sono le poesie di Prevert (smentite dallo stesso Galeone), le nazionali senza filtro e “come è un bell’uomo” anche con indosso un cappotto di cammello in pieno luglio. È un legame familiare, con mia sorella su quegli spalti a guardare la zona, quella vera con il 4-3-3.

Le maglie indossate dalle ragazze del futsal almeno per qualche tempo sono state legate alla voce dello speaker dello stadio (un giovane Iannascoli Sr) che recita: “Gatta, Benini, Camplone, Ciarlantini, Dicara, Bergodi, Bosco, Gasperini, Loseto, Pagano, Rebonato, allenatore il signor Giovanni Galeone.”

Vedere quella squadra al maschile e al femminile giocare con indosso quei colori aveva appunto un riflesso ancestrale. Ascoltare i ragazzi della tifoseria, sebbene presi a prestito dal calcio, intonare “Gente di Mare” inevitabilmente rendeva l’atmosfera del calcio a 5, reale. Perché la potevo collegare come tutti gli indigeni sugli spalti al Pescara, quello vero. Quello che sebbene la denominazione ufficiale sia Giovanni Cornacchia, per tutti resta incondizionatamente e semplicemente “l’Adriatico”.

Un sentimento questo personalissimo, di chi conserva ancora l’abbonamento della stagione 1986-1987. Non vederle con quei colori indosso che le facevano sembrare “vere” è da una parte un sollievo, non dovrò soffrire nel vederle vilipendere quei colori. Dall’altro è un rammarico, perché torna a non importarmene tristemente nulla dei nuovi colori.

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