Il Marzuolismo, corrente di pensiero

Gianluca Marzuoli guida la sua squadra all’accoppiata Coppa Italia – Scudetto. Alla guida di una compagine che sono una manciata di anni fa, non esisteva affatto. Il tecnico pescarese non è nuovo ad imprese di questo tipo. È stato il tecnico capace di sfatare uno dei tabù più pervicaci del futsal femminile italiano: ha guidato il Montesilvano femminile (oggi Pescara) ha vincere la sua prima ed unica Coppa Italia.

Un tecnico capace di vincere anche due panchine d’oro e una supercoppa in sei anni di militanza sulle panchine delle squadre femminili. In grado di guidare grandi collettivi e trasformare le collezioni di figurine in squadre competitive, qualcosa che ha imparato negli anni sulla panchina del fu Montesilvano maschile.

Marzuoli solo come tecnico gestore di gruppo? Nemmeno per sogno. Sbarca in Veneto alla guida di un gruppo di giocatori che s’era salvato solo ai play out nella stagione precedente. Con pressoché lo stesso identico organico, la squadra veneta approda ad una Final Eight e ai Play Off Scudetto. Certo fuori al primo turno in Coppa Italia e in post season, nonostante questo Marzuoli ha dimostrato la capacità di cavare sangue dalle rape.

Di valorizzare al meglio quello che ha a disposizione, con un pragmatismo che spesso non è riconosciuto come una virtù. In contesti competitivi che s’aspettano di vincere e che spesso lo pretendono, invece lo è. Marzuoli comprende che il futsal non è solo uno sport basato sulla teoria, ma è una competizione pratica in cui l’obiettivo finale è vincere. Ciò significa che potrebbe essere necessario abbandonare tattiche o modelli di gioco teoricamente validi se non si adattano alle circostanze specifiche di una partita o della squadra stessa.

Tuttavia, è importante sottolineare che il pragmatismo non implica una mancanza di ambizione o creatività. Un allenatore pragmatico può ancora cercare di sviluppare un gioco attraente e offensivo, ma sarà in grado di adattare il suo approccio quando necessario per raggiungere gli obiettivi prefissati.

Come un poeta del gioco, sa leggere tra le righe delle partite e comprendere la realtà concreta del terreno di gioco. Una sorta di filosofo che osserva l’animo umano, sa riconoscere le qualità individuali dei suoi atleti e sfruttarle al meglio. Non cerca di piegare i suoi giocatori a una rigida visione tattica, ma li tratta come individui con caratteristiche uniche.

Il successo di allenatori come Gianluca Marzuoli non è un caso, un accidenti del fato, frutto di un munifico presidente. Questi allenatori sono uomini (o donne) che comprendono quanto il futsal sia uno sport giocato da essere umani e non robot, spesso questi individui sono percorsi da forti emozioni, al quale va spesso applicato anche un approccio razionale e pragmatico. È l’equilibrio tra il gioco e la realtà, tra l’arte e la scienza.

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