No Cenerentola

Si chiede il sipario sulla seconda Coppa Italia in quel di Bisceglie. Il Paladolmen ospita la finale, in diretta Sky Sport quella che vede Marzuoli alzare al cielo al sua seconda Coppa Italia e il presidente Intini la sua prima.

La storia della Cenerentola capitata quasi per caso al gran ballo, si schianta contro la più forte del reame, costruita per competere e vincere. Niente storia di principi azzurri o di Wigan. Nota a margine: nel 2013 il Wigan alzò al cielo di Wembley la FA battendo quello che è universalmente riconosciuto come il miglior Manchester United di sempre. In quella stessa stagione il Wigan retrocesse. Fine nota a margine.

Si può arrivare solo fine a dove la corsa e il talento riescono a portarti. Le ragazze in nero hanno buttato in campo tutto quello che avevano, non è bastato. Semplicemente. Lo sport agonistico è crudelmente semplice, vince sempre il più forte. Raramente il più forte è il Wigan. Ma questo l’avete visto in diretta prima di finire a scontrarvi sulle decisioni del VAR in quell’Allianz Arena che ospitava Juventus – Napoli. Ma se eravate distratti delle sei sberle che il Newcastle ha rifilato al Tottenham post Conte o dal pareggio allo scadere dell’Arsenal, vi posso capire.

Tavolo della tribuna stampa. Seduta a fianco a me c’è Giova, stampelle, ventiquattro anni. Quando guarda verso il campo le muta l’espressione del viso. Un misto tra quando ti cucinano il tuo piatto preferito o quando Babbo Natale ti porta i regali che volevi. Le luccicano letteralmente gli occhi. Sarà il riflesso delle luci piazzate quasi a caso nel palazzetto.

Le indico tutte le giocatrici mentre si scaldano più giovani di lei. Dicono che abbia talento sportivo, Brontolo, così la chiama il suo Mister. “Dai almeno quello” mi dice con quell’espressione gentile. Ho appena distrutto il suo titolo di studio non posso toglierle anche questo. Lorenzo e Nicola com’è che le trovate tutte “così”?

C’è lei anche una sua compagna di squadra, Marge che però della moglie di Homer ha poco e anzi somiglia più ad un disegno tratteggiato da Makoto Shinkai. Lei è genuinamente felice d’esserci, ricordate quando era così anche per voi? Le loro e quelle strampalate e felici della Under della Kick Off, sono le immagini che mi porto via, verso casa.

La radio racconta di gol annullati a Torino. Immagino le polemiche, le pagine a commentare un singolo momento. Le pagine sportive diventate spazio per più storie di WAGS che di calcio. Non sarà che come il futsal questo sport con la palla s’è cristallizzato diventando un rito pagano che si ripete sempre uguale a se stesso, nei volti.

La ritualità è parte di ogni processo efficace di identificazione ma i suoi protagonisti non dovrebbero alternarsi nelle generazioni? Non con la rapidità dei gruppi K-Pop perché certo non m’aspetto che domani il futsal femminile ci regali le prossime Black Pink.

Questo è il tempo nel quale chi ha vinto festeggia, chi ha perso spiega. Quando i coriandoli verranno spazzati via, le feste s’esauriranno si ripartirà verso il prossimo obiettivo e poi la prossima stagione, perché la vera sfida non è vincere, ma continuare a vincere.

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