Il Tribunale federale della Federazione Italiana Pallacanestro condanna il Varese a sedici punti di penalizzazione nel campionato in corso. Condannandola ad una sicura retrocessione.
Mancano cinque giornate alla fine della stagione e ora la formazione varesina si trova a meno sei dalla quota salvezza. Al club lombardo viene addebitato un illecito sportivo. La pena è proporzionata alla gravita di una iscrizione al massimo campionato ottenuta dichiarando il falso.
La Pallacanestro Varese è condannata dal Tribunale Federale per illecito e frode sportiva per non aver ottemperato al pagamento di tutte le obbligazioni nei confronti dei tesserati contrariamente a quanto prodotto in sede di iscrizione al campionato di Serie A di questa stagione.
Non ha quindi pagato un tesserato, ne basta solo uno. Una storia che potrebbe riecheggiare sinistra con molta facilità anche nell’ambiente del calcio a 5 italiano. Nel quale però le norme in essere sono diverse da quel della Federazione Pallacanestro Italiana.
Immaginate nell’ipotesi fossero simili. Cosa accadrebbe se ci fossero società che non hanno ancora saldato l’accordo economico in essere nella scorsa stagione? Club che disputano regolarmente il loro campionato di riferimento. Siamo tutti stati testimoni di quello che accade nel basket. Si viene pesantemente penalizzati tanto da scivolare dal quinto posto alla zona retrocessione.
Il presidente del sodalizio, Marco Vittorelli è stato squalificato per tre anni, fino ad aprile del 2026. Pene sicuramente esemplari, alle quali il club ha risposto con una nota definendosi sconcertato e definendo la pensa sproporzionata.
Badate bene, non ha negato l’addebito. Ha provato solo a definirlo minore, irrilevante o semplicemente un disguido amministrativo. Peccato che quel piccolo “errore” abbia permesos l’iscrizione del club ai danni di sodalizi che non commettono “leggerezze” amministrative.
Torniamo però del mondo dello sport bellissimo e correttissimo e insomma “issimo”, il futsal italiano. Siamo proprio sicuri che non ci siano dei “Varese” a spasso nelle serie nazionali? Potrebbe certamente essere uno spazio d’estrema virtuosità economica questo calcio a 5 peninsulare.
Dove le società non falliscono e si ritirano, nel quale non si inoltrano ricorsi avversi ai risultati del campo perché tutti agiscono nell’alveo della correttezza sportiva. Non esistono ricorsi davanti alla Commissione Accordi Economici.
In questo mondo perfetto non c’è bisogno di avere strumenti di controllo per verificare quanto sia corretto il rapporto finanziario tra giocatori e società, perché gli strumenti in essere non si possono aggirare facilmente. Benvenuti in questa utopia sportiva.
La credibilità di uno sport, di qualsiasi disciplina passa dalla capacità di essere responsabile anche finanziariamente dei suoi impiegati, di tutti i suoi impiegati. Se c’è però bisogno di istituire e mantenere in funzione una commissione che derima le controversie sugli accordi economici, forse, ipotizzo c’è “del marcio in Danimarca”.