I raduni, le convocazioni

Le presenze in nazionale, con una prassi che risale alle CAP della nazionale inglese, sono conteggiate solo in caso di partecipazione a partite ufficiali. Il calcio a 5 italiano vuol essere generoso con quelle nazionali che disputano una manciata di incontri ufficiali? Si conteggiano anche le amichevoli.

I raduni, quelli collegiali, no. Non sono una “presenza” in nazionale, sono una convocazione, come se a scuola vi chiamano dal preside. Una convocazione che non precede alcun incontro. Fuori nel mondo reale, quello degli sport tradizionalmente affermati, quella presenza rappresenta semplicemente lo status di: atleta d’interesse nazionale. Nel futsal si è già fortunati perché una volta nella distinta di gioco, s’è considerati come partecipanti allo stesso. Nel calcio c’è bisogno di mettere fisicamente in campo. Andare in panchina, lì non basta.

I raduni sono spesso l’occasione per valutare in un contesto diverso, anche una sfera dell’atleta che esula dalle mere capacità tecniche, valutare la conoscenza tattica è una delle opzioni sul tavolo. Molti atleti convocati nei raduni, non arriveranno mai ad essere presenti nelle liste per gli incontri ufficiali.

Per ogni Wilfried Gnonto, centinai di ragazzi hanno partecipato ai raduni collegiali e si sono fermati li. Nel futsal quelli che sono normalmente considerate transizioni, vengono elevati al rango di traguardi. Con l’effetto di creare aspettative insensate negli atleti e promuovere una narrativa che verrà sconfessata dai fatti, in molti casi. Questo è anche il tempo delle “realtà alternative” ma io sono vecchia scuola, esiste solo una realtà ed è quella basata sui fatti.

Essere convocati per un raduno non è equivalente a far parte della squadra nazionali quando ci si appresta a partecipare ad un incontro ufficiale. Sebbene riconosca che la generale narcolessia di informazioni rilevanti possa elevare facezie al rango di pilastri narrativi, confondere i piani della realtà però è una pratica quantomeno discutibile.

Spesso s’è convocati ad un raduno anche solo per l’esiguo numero di atleti tra i quali è possibile effettuare la selezioni. Altre volte c’è un fattore anagrafico, soprattutto se il movimento in questione è sprovvisto di nazionali “under”.

Riempitevi d’orgoglio quando da atleta d’interessa nazionale vi eleverete a giocatore nelle prime due rotazioni, a titolare inamovibile, a pilastro della squadra. Ma nemmeno allora sarete in vista della parola traguardo della vostra carriera sportiva. Quello potrebbe essere in vista quando alzate un trofeo continentale al soffitto d’un palazzetto.

Fino a quel momento, rallegratevi, concedetevi la felicità del momento ma poi, tornate a faticare sul campo e in palestra, perché lì fuori, fuori dai confini dell’italica penisola c’è chi tra qualche mese a 20 anni alzerà con molta probabilità il suo secondo trofeo europeo da capocannoniere. Voi?

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