La Gran Sasso Arena

Qualche giorno fa, nella sede della LND Abruzzo a L’Aquila, c’è stata la presentazione della nuova stagione di eSport regionale. Saluti di rito, parole di circostanza a parte, la mia attenzione s’è destata quando, il presidente del comitato regionale, Ezio Memmo, ha iniziato il suo discorso.

Confessando che l’iniziale scetticismo verso gli eSport era dovuto all’ignoranza sull’argomento. La conoscenza, la curiosità e infine la possibilità di condividere con il figlio il suo percorso sportivo digitale hanno radicalmente mutato il suo personale atteggiamento verso la disciplina.

Ha rivolto ai suoi colleghi presidenti di comitato, l’invito a superare la loro ritrosia intraprendendo appunto un percorso che non consente solo di avvicinare una intera generazione allo sport, ma di promuovere le comunità locali che ragioni socio economiche, spesso, tendono a disgregarsi.

La LND Abruzzo è anche il primo comitato regionale della lega nazionale dilettante ad avere una sua gaming house. Non nel senso letterale e coreano del termine. Ha inaugurato la Gran Sasso Arena, all’interno dello stadio Gran Sasso d’Italia-Italo Acconcia.

Primo stadio senza barriere e ora anche primo stadio a avere al suo interno uno spazio dedicato agli eSport. La straordinarietà al posto della normalità, ma da qualche parte bisogna pur iniziare. La marcia degli eSport è inesorabile e inarrestabile. La competizione digitale non si è ricavata una nicchia di mercato, si è presa il mercato di altri sport, tradizionali.

Quando vi chiedete dove sono tutti i giovani, la risposta ovvia è: “non sugli spalti e nemmeno sui vostri campi”. Quando vi chiedete perché, guardate quanti spettatori stanno facendo ora, in un pigro lunedì pomeriggio, gli incontro di League of Legends.

Ma non preoccupatevi, accadrà che lo vogliate o no. Scusate, mi sbagliavo. È già successo.

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