Il cronometro del Pala Pansini di Giovinazzo, che da due anni ospita le partite interne del Bitonto Femminile di calcio a cinque, segna 10.05 al termine del primo tempo.
Lucileia Renner Minuzzo, 40 anni nel giugno prossimo, ha appena segnato di testa il suo secondo gol personale. Sombrero all’avversaria diretta, pallone scaricato ad una compagna. Palla alta nel mezzo, un mini cross e gol.
Di testa, nel mezzo dell’area avversaria.
I gol personali della brasiliana Lucileia saranno poi tre e il risultato finale un rotondissimo sei a un a favore del Bitonto.
La partita durerà ancora 30 minuti di gioco effettivo, per me, spettatore è però finità li. Con quel gol. Nel medesimo momento la narrazione della stagione per le sandonatesi, raggiunge il suo punto più basso.
L’involuzione della Kick Off.
Non c’è più traccia in campo della arrembante spensieratezza di inizio stagione. Nei cinque incontri che hanno preceduto la trasferta in Puglia, le lombarde hanno subito 24 reti.
Nel mese di Dicembre la Kick Off ha affrontato tre delle prime 4 squadre in classifica. Subendo 18 gol e realizzandone uno. La dimensione della squadra di San Donato Milanese è probabilmente racchiusa in quei numeri.
Tutte le storie, anche quelle sportive, hanno un momento nel quale “l’eroe” viene messo alla prova da un ostacolo. Per chi come me, ambisce a raccontare lo sport, quel singolo momento, quel gol di testa rappresenta un momento di resa.
Sempre difficile interpretare dall’esterno le dinamiche d’un complesso organismo emozionale come una squadra. Le dinamiche relazionali sono delicatamente complesse.
Tuttavia come in ogni spettacolo, lo spettatore valuta quello che accade in scena, sul palco o sul parquet. Diventa così complesso promuovere spettacoli che durano dieci minuti mentre gli altri 30 scorrono via pigramente trascurabili.