Il calcio vuol mangiarsi quello che resta

Almeno tutto quello che resta, una volta che l’attenzione degli spettatori s’è distribuita tra NFL, NBA e eSports. Un disegno quello di Infantino e Ciferin che mira a capitalizzare l’attenzione del nuovo pubblico. Esattamente con lo stesso sistema della vituperata: Superlega.

Gli studi di settore, sono numeri. I numeri non mentono. Quelli dei rapporti commissionati da Perez e Agnelli sono identici a quelli comparsi sui tavoli del numero uno della UEFA e del numero uno della FIFA.

Nell’anno pre-pandemia, La Liga perdeva il 13 per cento degli spettatori. Mentre nello stesso anno League of Legends Champions Korea ne registrava 136 milioni, di spettatori. ECA, l’associazione dei club europei, quando era ancora presieduta da Andrea Agnelli, presentò un rapporto dal quale si evinceva che le partite di Champions League, fino ai quarti generano meno spettatori medi di Call of Duty.

Al momento la UEFA Champions League, rappresenta una affare da 4 miliardi di euro. Potrebbero salire fino a 8 e attestarsi intorno ai sei, se il disegno di Ciferin della Super Champions League non verrà deragliato dal Mondiale del Club della FIFA.

I due paladini del calcio socialista. Meritocratico e del popolo. Mirano alle medesime fette di mercato. Perché il denaro equivale al potere e nel loro doppio ruolo di promoter commerciali e regolatori, sono consci che senza generare denaro per tutti, non contano nulla.

Infatino nel recentissimo incontro di Doha ha ribadito la necessità di proporre “più partite e tornei di valore, per attirare quella fetta di pubblico che ora è distratta dallo smartphone.” “Dobbiamo far tornare i bambini a giocare a pallone”. Lo slogan del numero uno della FIFA, senza però poi una call to action.

La NBA s’è già presa l’attenzione degli appassionati europei di basket, la NFL ha portato a 5 le partite che si giocano in Europa e il numero una della FIFA chiede alla platea: “perché non possiamo anche noi avere un Superbowl che si gioca ogni anno?”

Molti addetti ai lavori hanno rilevato un cortocircuito intellettivo. La FIFA non vuole una struttura come la superlega ma ambisce ad organizzare una finale come quella della “superlega” per eccellenza, la NFL?

Lo stesso Infantino con l’aiuto del miliardario minerario, Patrice Motsepe, promuove una Superlega di calcio in Africa. Un carrozzone che una volta a regime, potrebbe generare 100 milioni di ricavi netti, per ciascun club. Sapete qual è l’unica differenza con la Superlega di Florentino Perez? Ci sono le retrocessioni.

Più partite, più incontri di valore. Questo il leitmotiv di UEFA e FIFA. Per fermare l’emorragia di tifosi. I giorni dell’anno sono 365, le ore del giorno 24. Se la terra non inizia a ruotare, intorno al Sole, con la stessa orbita di Giove, il calendario sportivo non ha più spazio.

Non ne resta soprattutto per gli sport così detti minori. Non c’è spazio in un palinsesto che deve raccogliere il più ampio volume possibile di introiti pubblicitari. Cosa ne sarà di snooker, golf o il volley.

Il futsal che si trova alla base di una lunga catena alimentare. Come pensa d’offrire un prodotto concorrenziale in un contesto sportivo dove soffre il calcio. Ora quello stesso “pallone” si propone di catalizzare ancora di più l’attenzione.

La sola prospettiva di un calcio deciso a fagocitare il poco spazio lasciato libero nella programmazione giornaliera dovrebbe terrorizzare chiunque investa in uno sport minore, chiunque non si sia già in un consorzio privato come il Tour de France, il Sei Nazioni o l’Eurolega.

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