Attribuirsi i meriti, di altri

Il futsal italiano ha un ritardo nella sua comunicazione che potrebbe non essere solo di tipo temporale, forse anche di tipo cognitivo. Difficile spiegare altrimenti, l’enfasi nel raccontare che la FIFA ha approvato il mondiale femminile di futsal, quando il FIFA Council s’è limitato a deferire alla riapertura dei calendari nel 2025, la discussione in merito.

In Italia s’è tentata un’operazione simile a quel tipo che racconta d’avere una relazione intima con una donna einvece lei ha solo detto “ci vediamo per un aperitivo da tre anni” in un posto ovviamente il più frequentato possibile, perché non si sa mai.

Il FIFA Council nella giornata del 16 Dicembre 2022, ha approvato una serie di iniziative, molte delle quali tese a fermare lo “shit storm” (la tempesta di merda) che in questi giorni del mondiale invernale, rischia di sommergere la governance del calcio mondiale.

Gianni Infantino, il presidente della FIFA, ha collezionato nelle ultime settimane una serie di inciampi istituzionali. Ha paragonato la rivolta delle donne in Iran, al suo essere bullizzato da bimbo perché aveva i capelli rossi.

Ha impedito alle squadre di indossare la fascia: “One Love”. Difeso l’indifendibile dittatura qatariota, minacciato i giocatori di ritorsione qualora avessero preso posizioni politiche di qualsiasi genere. Oggi lo scandalo delle mazzette degli emiri del Qatar al parlamento europeo rischia d’arrivare fino a Ginevra e bussare ai palazzi, della FIFA.

In una operazione di pubbliche relazioni, la FIFA di Infantino concede qualcosa alle minoranze calcistiche ma è un qualcosa di dovuto. In mezzo agli annunci di miliardi di euro elargiti alla promozione di uno sport, il calcio, che si promuove da se, c’è la vera notizia.

La FIFA tenta d’accaparrarsi le ultime date disponibili di un calendario ormai ingolfato. Più partite, più denaro. Questa è la semplice equazione che si segue in quel consesso. In guerra per gli sponsor, con la SuperLega, con un pubblico televisivo che guarda più la premier che il mondiale. Trentadue squadre di club invece delle 21 previste per il FIFA Club World Cup, questa è la notizia.

Annebbiare il tentativo di avere una competizione per club, per sedersi al tavolo della ricca torta dei diritti televisivi dei club e schiacciare così le coppe regionali, alla vista dei tifosi e degli addetti ai lavori distratti, usando anche la Coppa del Mondo di futsal al femminile è una buona strategia politica e mediatica. Così buona che in Italia all’improvviso la Divisione Calcio a 5 s’è presa il merito anche di questo.

“Abbiamo inseguito per anni l’obiettivo del Mondiale femminile di futsal è un riconoscimento alla crescita del movimento, un risultato ottenuto grazie anche al lavoro di squadra svolto dalla FIGC, dalla LND e dalla Divisione Calcio a 5”. Il virgolettato del Presidente Bergamini.

Esattamente quali iniziative, la FIGC, la LND o la Divisione Calcio a 5 hanno intrapreso? L’ultima in ordine di tempo è stata promossa dall’associazione calciatori spagnola. Le giocatrici si sono autotassate per raggiungere il luogo nel quale è stato girato il video.

Risulta la partecipazione di qualche organo istituzionale? Perché al massimo riesco a ricordare una serie di dichiarazioni sulle Olimpiadi da parte del Presidente della Divisione Calcio a 5, ossessionato dai cinque cerchi.

La FIGC ? La stessa che offre, attraverso il Club Italia, alle nazionale femminile di futsal le maglie double face, quelle che se le giri sono bianche così al prezzo di una maglia ne hai due. Oppure quelle senza nomi sul retro che così, si possono riutilizzare più facilmente

La LND? Rappresenta i dilettanti, non ha alcun ruolo nella FIFA, nessun contatto. Esattamente in che modo si sarebbe adoperata in campo internazionale? Così per curiosità, quale capacità di influenzare il FIFA Council avrebbe la lega dei dilettanti italiana?

Capisco che il tentativo di saltare sul carro dei vincitori rappresenti una occasione di pubblicità troppo ghiotta per non provare ad adoperarla, dovrebbe però esserci un limite, la decenza.

Le donne del futsal, le calciatrici, quelle che pagano di tasca propria per protestare, devono ora vigilare. Hanno una data, il 2025. Tre anni per continuare a fare pressione nei media, non quelli a pagamento delle loro federazioni. Pressione sulle stesse federazioni perché s’adoperino per migliorare le condizioni nella quali svolgono la loro attività.

Non hanno ancora ottenuto nulla. Nulla. Alla promessa hanno aggiunto una data, deferendo la decisione nel futuro. Questo è il momento per continuare la lotta per un diritto, non per festeggiare.

Molte non scenderanno mai in campo in un Mondiale FIFA di futsal femminile. Anche se c’è chi racconta, danneggiandovi, che alcune ne hanno già vinti sei o sette di mondiali. La lotta spetta a voi, perché se non importa a voi a chi dovrebbe importare?

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