Il futsal italiano è ostaggio spesso d’un gigantismo ingiustificato. Ogni partita è un “clasico”, ogni giocatore è un top player. Ci sono più regnanti nel futsal femminile che alla fine dell’Impero Romano. Possibile che se non è stato negato un titolo a Antemio, Glicerio e Anicio Olibrio, non si possano davvero negare nemmeno a giocatori di futsal a caso.
In una disciplina con una fase ai playoff, nella quale il 75 per cento delle squadre disputerà una post season, aggrapparsi alle posizioni in classifica, renderle determinanti come fossero una questione di vita o di morte, è quantomeno ingenuo.
Ricordate la finale scudetto Ternana – Kick Off? La prima finale dopo la fine dello scempio della Serie A Elite, dei gironi gold e silver. Vi aiuto. Quell’anno nella prima classifica finalmente nazionale e a girone unico, le due squadre si classificarono rispettivamente al terzo posto le umbre, al quarto le lombarde.
L’unico vantaggio di arrivare tra le prime della classe, nella Serie A di futsal, consiste nel giocare la prima e la terza gara in casa. In uno sport senza pubblico è assolutamente ininfluente. Ma ci fossero anche folle oceaniche sugli spalti, vi faccio raccontare da Roy Keane, 326 presenze con il Manchester United e capitano dei Red Devils, cosa ne pensa dell’effetto del pubblico sul risultato.
“How many goals do the fans score?” Quanti gol segnano i tifosi? Semplice, crudo, probabilmente tagliente ma diretto al punto. Se siete la squadra più forte, non importa cosa accade sugli spalti. Nemmeno se trasportate il futsal nelle arene del Partizan Belgrado o in quelle argentine di Boca o San Lorenzo, i tifosi restano spesso solo una bellissima coreografia all’evento.
Nota a margine: seguite il bellissimo Soccerbox, con Roy Keane e Gary Neville. Uno dei pochissimi spazi completamente gestiti da giocatori (il nuovo trend dell’informazione sportiva ndr) che non somiglia ad una esibizione di pagliacci al circo.
In un calcio a cinque femminile di serie a, nel quale le partite di alto livello, si possono contare anche senza l’aiuto di un abaco, quegli incontri sono importanti per determinare dei valori, per puntualizzare che ad esempio i gol non sono tutti uguali, così come gli errori.
Ricordate l’xG, l’expected goal?
Lo strumento principale per definire una serie di situazioni di gioco, nel calcio quanto nel futsal. Se in quest’ultimo si minassero seriamente i dati invece d’affidarsi ai foglietti scarabocchiati a caso. L’xG vi spiega che segnare cinque reti ad una squadra che nelle prime 7 giornate ne ha subite 29, è statisticamente più facile che farne anche solo uno ad una squadra che ne ha subite 3 nelle prime sette. Il calcio ha abbracciato entusiasticamente l’xG per evitare di strapagare un attaccante estremamente prolifico, ma che non la mette mai dentro quando l’avversario è più ostico.
Se Sandro Tovalieri e Igor Protti non hanno mai giocato nel Real Madrid e Cassano si, c’è un perché, statistico. Ragione palesemente ignorata dai collezionisti di figurine nostrani. Probabilmente costruire una squadra non è facile, semplice come sembra. No, in opposizione al pensiero comune da Bar Sport, qualsiasi idiota NON può costruire una squadra.
Tuttavia continuano a farlo, male. Così tra squadre che vengono seppellite di gol, altre che galleggiano a malapena e tutto quel mondo di mezzo che s’aggira nei palazzetti, i lustrini continuano a piovere. Ci sono sempre per tutti. Finendo trasportati dal vento delle parole inutili, negli occhi di molti.