Cambiare l’allenatore

La diffusione del fantacalcio rafforza il credo popolare che qualsiasi imbecille possa allenare una squadra di calcio, figuratevi di calcetto. Forse l’incompetenza media degli allenatori potrebbe avere qualche influenza su questa fisima.

Il calcio e per esteso qualsiasi sport nel quale è prevista la figura dell’allenatore, adotta nella scelta del tecnico, pratiche che hanno più a che fare con l’esoterismo o una televendita di Vanna Marchi e del mago Nascimento.

L’ambito sportivo è l’unico settore nel quale la rapidità con il quale si scegliere la persona alla quale affidare un incarico è considerata un pregio. Si viene applauditi spesso dai media per la celerità.

L’allenatore viene sottoposto spesso ad un unico colloquio, molto sbrigativo. Solitamente il nuovo allenatore è un uomo, perché l’intero settore opera una discriminazione illegale nei confronti delle donne.

Ha tra i 35 e 60 anni ed è stato un giocatore, possibilmente con un profilo da ex agonista importante. Anche se non c’è nessuna prova che queste caratteristiche offrano un vantaggio.

Nell’ambiente questa è considerata una scelta rassicurante, al riparo da critiche. Meglio fare una scelta usuale che fare quella giusta. Inutile ricordarvi vero, che Josè Mourinho ha messo a malapena i piedi in campo da calciatore.

Il nuovo allenatore è solitamente disponibile, talvolta poco qualificato anche se ha tutti i documenti e i titoli in regola per allenare. In fondo vi potete diplomare nella italianissima Coverciano con qualche settimana di corso e una tesi di poche pagine. Quand’è l’ultima volta che hanno bocciato qualcuno al corso allenatori?

Ha avuto spesso buoni risultati di recente, letteralmente nell’immediatezza temporale. Ricordate Stramaccioni? Una manciata di vittorie con un paio di squadre primavera. Considerato oggi un flagello di bibliche proporzioni in Grecia, ad Atene non può più entrare. Allena ora in Qatar, dove le partite sono così lente che iniziano oggi e domani il primo tempo è ancora in corso.

Di frequente le società sperano che l’aspetto rassicurante del nuovo tecnico e il suo passato facciano presa sui media e sui tifosi (quelli che li hanno ndr). Pensate che quegli scemi del Milan ingaggiarono Sacchi e quelli dell’Arsenal: Wenger, che allenava in Giappone.

Statisticamente la variazione tra prestazioni di un club varia di circa il venti per cento, cambiando la guida tecnica della squadra. Nel recente passato, oltre al caso del Lione capace di vincere 7 scudetti con cinque allenatori diversi, possiamo ricordare il caso della Juventus che in 10 anni ha portato ad alzare un trofeo: Conte, Allegri, Sarri e Pirlo.

Il motivo più ovvio per cui il calcio è un settore d’incompetenti è la tendenza delle società di calcio ad assumere personale incompetente. Le donne sono quasi sempre bellissime e gli uomini hanno quasi sempre avuto un passato nel club.

Perché accade. Tradizionalmente il calcio è un ambiente nel quale non c’è grande fiducia nell’istruzione. In parte sostiene Emmanuel Hembert della A.T. Kearney è perché molti club sono dominati da un megalomane proprietario-amministratore.

Hembert aggiunge: “Molti di loro investono per soddisfare il proprio ego, e questo negli affari non è mai un buon inizio. Preferiscono non circondarsi di personalità forti, tranne l’allenatore (che spesso poi cacciano ndr). Offrono stipendi da fame”.

Eppure come amava ricordare Brian Clough: “tutto quello che devi fare per essere un buon allenatore è scegliere buoni giocatori”. Uno che non pensava di essere il miglior allenatore d’Inghilterra, ma di essere sicuramente nella Top One.

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