Il futsal applica la sintassi e non la logica

Se ci si avventura nella lettura delle veline governative, quanto nei comunicati delle società, capita spesso d’imbattersi in autentici arazzi, intrecci sintattici senza però nessuna logica. Ad osservare certe dichiarazioni da vicino si nota anche quella tendenza a scimmiottare le dichiarazioni del calcio, con un involontario effetto comico.

Recentemente m’è capitato di incappare nel filotto: “I risultati arriveranno presto” e “Tempo e lavoro ci daranno ragione”. Certo ovviamente non ci sono nemmeno più le mezze stagioni. Una narrativa che nel calcio è stata abusata per circa quarant’anni, associata però nel calcio negli ultimi anni, all’incompetenza.

Allegri dopo la disfatta della “Catedral” ha provato a rifugiarsi in un: “dobbiamo mettere la rabbia della Champions nel Campionato”. Con il solo risultato di far imbestialire i tifosi che si sono sentiti presi per i fondelli. Nel futsal non ci sono i tifosi ma questo non autorizza certo a sommergere il lettore con la retorica più consunta.

Nel racconto del futsal ci si affida all’iperbole come strumento principe della narrazione. “Un grande successo di pubblico” è probabilmente la più gettonata dichiarazione del calcetto a cinque. Si elide l’elemento logico di paragone, volutamente. Lasciando così il lettore di fronte alla necessità di applicare il proprio immaginario al termine assente.

Spesso gli appassionati di futsal, sono tifosi di calcio e quindi inevitabilmente traducono tutto in termini calcistici. Permettendo al futsal un gigantismo almeno letterario. Ci potremmo però chiedere: rispetto a cosa è un grande successo? Alla riunione di condominio? Al pubblico di una cover band semisconosciuta? Al Santiago Bernabeu durante il Clasico? Alla sagra della patata rossa di Colfiorito?

A contestare spesso il primato dell’iperbole c’è la parola Olimpiade che è assorta ormai al rango di pleonasmo calcettistico. Ma anche araba fenice che ogni tanto sembra s’avvisti all’orizzonte. Declinata spesso come traguardo, inevitabilmente lontano ma ambizioso, il cui riflesso intende portare lustro a chi la pronuncia.

Si possono anche registrare inarrivabili performer involontari. Quelli che riescono ad infilare una figura retorica anche nel tabellini delle partite. La dittologia applicata alla distinta di gara è arte. Riportare appunto, due volte lo stesso giocatore, nel quintetto iniziale, credo nel tentativo narrativo di accentuarne l’importanza. Oppure no?

La narrazione del futsal sceglie spesso consapevolmente, di abdicare alla logica. Così capita di leggere uno speranzoso: “miglioreremo” dopo una clamorosa imbarcata con gli avversari in doppia cifra. Sembra ovvio che peggiorare per quanto possibile sia altamente improbabile, vero mister/giocatore?

La qualità delle risposte è sempre determinata dalla qualità delle domande. Se al proprio interlocutore, dopo la sopracitata imbarcata imbarazzante, viene chiesto: “Cosa ci può dire di questa sconfitta”, inevitabilmente avremo una risposta sciocca quanto retorica.

Nessun giocatore/mister risponderà mai: “Faremo come si fa con i cavalli zoppi, si abbattono”. Per quanto questa affermazione possa corrispondere probabilmente allo stato d’animo di una delle parti.

La comunicazione che scimmiotta, che non s’innova e che somiglia ad altro, finirà inevitabilmente sommersa e dimenticata nel calderone vorticoso di notizie identiche. Quando i giornali sportivi, riportano le dichiarazioni della BoboTV, quello che si registra è proprio uno spostamento dell’asse narrativo.

Per quanto la BoboTV sia inequivocabilmente cringe, in assenza della costante presenza, di quella satira tipica della Gialappa’s, assurge a nuovo linguaggio di comunicazione. Risposta ad un bisogno del pubblico stanco di sentirsi ripetere per la milionesima volta: “dobbiamo affrontare ogni partita come se fosse una finale”.

Il fuSTal sembra fermo a livello narrativo, nei suoi attori principali, da qualche parte intorno agli anni ottanta, in quello spazio temporale tra Novantesimo minuto e una trasmissione di Tele Elefante. Ci sono tuttavia esempi nobili proprio nel futsal, di chi prova ad innovare, a sperimentare e a rischiare. Scegliendo format diversi, cercando di percorrere la difficile strada di creare contenuti.

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