Grazie a Dio, è Venerdì.

Thanks God, It’s Friday.
Ricordo ancora il poster che capeggiava nel residence che abitavo con mia sorella, ai tempi della scuola. A sedici anni pensi d’aver bisogno d’un riferimento visivo a ricordarti l’importanza dei venerdì sera.

Questo di venerdì non è glamour, come quelli di allora. Ci sono comunque delle donne, ma queste indossano pantaloncini e scarpini e si giocano un posto nella Final Four dell’Europeo, il terzo, femminile di futsal.

Partite, quella dell’Italia e del Portogallo, altamente dimenticabili per uno spettatore che assiste a due goleade. Slovenia e Bielorussia, come scrivono i ragazzi del portale portoghese zerozero, sono capitate evidentemente lì, per uno scherzo del destino.

Si chiude così questo lungo preambolo, all’incontro di cartello. Come in una riunione di boxe, la noble art ormai passata di moda, ecco che lo spazio si sgombera per il match di cartello.

Portogallo – Italia.
Le azzurre possono solo vincere, al Portogallo basterebbe anche pareggiarla, per via della differenza reti. Per come la federazione portoghese e i loro media, raccontano la nazionale di futsal femminile, un pareggio per loro, rappresenterebbe però, una onta.

La narrazione lusitana continua a considerare qualsiasi partita che conduca alla prossima finale con la Spagna, un gradino da salire, un ostacolo da superare. Un inciampo possibile ma altamente improbabile.

Il loro macinare gli avversari, rappresenta esattamente questo. Il rispondere ad una opinione pubblica che le considera delle perdenti, di lusso certo, ma pur sempre le eterne seconde.

Make it or break it. Ce la fai, o ti spezzi nel provarci.
Una considerazione altamente agonistica, poco empatica, decisamente aggressiva. Lo sport, quello agonistico, però è tutto qui. In questo fascino primordiale, in questa giustizia diretta, immediata.

L’Italia femminile di futsal, si trova a dividere il campo, con un avversario temibile, non imbattibile. Non lo è nessuno, mai davvero. Alcuni però, sono decisamente più difficili da battere.

Le azzurre, rappresentano un movimento, ne sono lo specchio. Dovranno guardarsi in quello specchio che dall’altra parte riflette, il Portogallo.
Per poi scoprire su quel campo domenica, chi è la più bella del reame.

Se vinci sei bravo, se perdi non lo sei abbastanza. Semplicemente. Domenica da quel campo, uscirà un solo vincitore. Spero nel cuore che sia l’Italia, ma sanno quasi tutti che il mio cuore non è bravo con certe questioni.

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